La nostra provincia nel calendario 2024: «Ce lo chiedono i bellunesi nel mondo»

Il nuovo calendario bellunese
BELLUNO - Si va dal Lago di Misurina in versione invernale a fissare il mese di gennaio, al tramonto sul Pelmo con luce estiva, a giugno. Mentre la copertina, con l’augurio...

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BELLUNO - Si va dal Lago di Misurina in versione invernale a fissare il mese di gennaio, al tramonto sul Pelmo con luce estiva, a giugno. Mentre la copertina, con l’augurio di Felice anno nuovo, è su uno scorcio cittadino da favola: campanile dello Juvarra e Gusela sullo sfondo. Torna la strenna natalizia dell’Associazione bellunesi nel mondo: un calendario che, nell’edizione 2024, ha avuto il sostegno della Fondazione Dmo, ente riconosciuto dalla Regione Veneto che si dedica alla promozione e allo sviluppo turistico della provincia di Belluno. 


L’ATTESA
Si tratta di una tradizione che non solo porta felicità – con pizzico di nostalgia - ai soci sparsi in tutto il mondo a cui viene inviato insieme alla pubblicazione mensile di fine anno: «Il calendario piace a tanti bellunesi. È atteso. Tant’è che avevamo tentato un anno di sospenderlo, a causa dei costi alti, ma una sorta di rivolta della base ci ha portato a tornare sui nostri passi - sono parole del presidente Abm, Oscar De Bona – da alcuni anni ci avvaliamo, quindi, della collaborazione preziosa di piccole aziende o di enti che ci vengono incontro con le spese». Sono 4500 le copie stampate del calendario con le foto delle Dolomiti bellunesi, per un costo complessivo che sia aggira sui 2500 euro. Di fatto ne esce un profilo della nostra provincia: «Un territorio bellissimo, e non è quello che dico io, ma che dice chi viene da fuori – afferma deciso De Bona, ieri alla presentazione - viviamo nel posto più bello del mondo, certo carico di tante, tantissime difficoltà che, comunque, in un modo o in un altro, sappiamo reggere». In linea il pensiero del presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Anche un calendario serve a rilanciare il brand delle Dolomiti bellunesi come le montagne di Venezia. È questa un’iniziativa che rilancia il senso identitario grazie alla spettacolarità e autenticità del nostro territorio».

GLI SCATTI

Le fotografie fanno parte dell’archivio della Dmo, alcune portano le firme di Roberto Costantini, Giuliano Cocchetto, Jacopo Giordano, Alessandro Bergamin, Diego Leder, Diego Gaspari Badion, Cristian Bigontina. Afferma Dino Bridda, direttore responsabile del mensile “Bellunesi nel mondo”: «Là dove questo calendario troverà dimora per i prossimi dodici mesi idealmente avrà il compito di far respirare una leggera brezza di aria pura, maggiormente nei siti più lontano dove risiedono i discendenti dei nostri emigranti. Dietro quell’aria si celano il profilo di una montagna, l’ubertosità di una valle, il fresco delle acque di un ruscello». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino