ABANO TERME - È ripreso ieri mattina il processo per i casi Aesys e Guerrato relativo alla tangentopoli delle Terme. Nella prima udienza è stato sentito dal pm...
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Il dipendente della Aesys davanti al magistrato ha ricordato gli incontri con l'ex re delle terme. «Sono andato nel suo ufficio - ha dichiarato Foresti - e dopo una breve conversazione mi ha detto che per avere l'appalto la mia azienda doveva sganciare il 15 per cento dell'importo totale incassato. Cifra in percentuale che mi ha scritto sopra a un post-it di colore giallo. Io gli ho risposto - ha proseguito - che prima avrei dovuto parlarne con il titolare e così ho fatto. In quel periodo eravamo in cassa integrazione e pur di lavorare abbiamo deciso di accettare la proposta. Tutto questo prima dell'avvio della gara d'appalto. Poi, una volta incassate le forniture, abbiamo versato il 15% come pattuito». E ancora: «In questi incontri spesso ho trovato Luca Claudio, altre volte solo Massimo Bordin, e in un paio di occasioni entrambi».
A processo sono rimasti in cinque, perchè lo scorso 13 agosto si è spento a 80 anni Marcello Biava patron della Aesys. Dovrà continuare a difendersi il figlio Giuseppe, accusato appunto di avere pagato una tangente di 39.982 euro, pari al 15% dell'appalto ottenuto per la ristrutturazione dei pannelli luminosi installati alle Terme per fornire informazioni turistiche. Quindi gli altri sono gli imprenditori rodigini Saverio e Luciano Guerrato, l'ex dirigente all'Urbanistica Patrizio Greggio e l'ex consigliere comunale Ermanno Pegoraro.
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Il Gazzettino