PADOVA - L'incontro per strada dietro il palazzo del Bo, ieri mattina, nel vento di un cielo che le spettina i capelli grigi. Dietro la montatura delle lenti, che sa di anni...
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Signora ma che fa?
«E non lo vede? Prendo».
Ha una voce tenue ma decisa. Sono per lei?
«Certo ma le porto anche a chi ha bisogno. Le darò anche alla parrocchia di Sant'Osvaldo. Scusi vada, devo prendere il 16».
Il 16?
«L'autobus, non capisce? Poi mi farò aiutare a portare su e giù la roba quando arrivo là».
Posso chiederle come si chiama? (Mi fulmina con un lampo)
«Laila»
E dove abita?
«In via Facciolati, vivo da sola».
Ma quanti anni ha?
«Ottantacinque»
Complimenti signora...
«Ma che complimenti! Bisogna tenere ea geatina sveja. E dopo ci sono anche quelli veramente poveri, bisogna aiutarli».
E per lei non tiene niente? (La voce si alza, un po' scocciata)
«Se c'è un pomo eo magno. Ah... ben ciò!».
Ma lei ha la pensione?
«Sì 600. Facevo la sarta sopra la farmacia di piazza Garibaldi, per 60 anni».
E le basta?
«Tuto basta, anche vegnere in patumiera. Quando vado al cimitero di Torre, ogni sabato, dopo torno, e vengo qua». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino