Il "23 Dischi" volta pagina: dieci offerte per lo storico negozio diventato santuario

PADOVA - Su Google Maps la celebrazione è già arrivata ad un livello superiore. Al civico 2 di via San Gregorio Barbarigo troviamo “Il fu il 23 dischi” e...

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PADOVA - Su Google Maps la celebrazione è già arrivata ad un livello superiore. Al civico 2 di via San Gregorio Barbarigo troviamo “Il fu il 23 dischi” e qualche appassionato ha già pensato di aggiornare la definizione. Negozio? No, «santuario». E così nel motore di ricerca più famoso al mondo la bottega tanto amata dai padovani ora compare anche nell’elenco dei luoghi sacri, tra San Leopoldo e Santa Giustina. Una singolarità che racconta bene quanto i clienti fossero affezionati all’attività di Maurizio Boldrin. Nel 2024, però, all’angolo tra via Barbarigo e via Vescovado potremmo trovare tutt’altro. L’immobile è ufficialmente in vendita e al proprietario è già arrivata una decina di richieste di informazioni. 


LO SPAZIO
Parliamo di 360 metri quadri distribuiti equamente su due piani. La posizione è sicuramente di pregio visto che siamo nel cuore del centro storico, a due passi dal Duomo e dalle altre piazze. Per questo negli ultimi mesi più di un imprenditore si è fatto avanti. Il passaparola corre veloce: tra gli interessati ci sono diversi ristoratori tra cui il titolare di una catena di paninoteche. Non sono esclusi però anche altri scenari e ci sono già stati alcuni contatti con aziende interessate ad aprire degli uffici. Teoricamente potrebbe trovare posto anche un negozio ma con spazi così grandi a disposizione questa al momento sembra l’operazione più complicata. Intanto la grande scritta “Vendesi” è ancora lì, in attesa che una trattativa possa andare a buon fine chiudendo definitivamente una pagina di storia lunga cinquant’anni. 


IL RICONOSCIMENTO
Per celebrare al meglio questo secolo di storia a fine novembre il Comune di Padova conferirà un riconoscimento a Boldrin. La cerimonia non è ancora stata convocata formalmente ma già si sa che si terrà nella Sala Rossini del Pedrocchi: una sala simbolo della cultura padovana per rendere omaggio ad un negoziante che alla cultura musicale ha dedicato tutta la vita. 


FINE DI UN’ERA
Lo scorso luglio Maurizio Boldrin ha abbassato la serranda per l’ultima volta. Nessun problema economico e nessun’altra difficoltà: solo la fisiologica chiusura di un’epoca e la scelta di godersi la meritata pensione. 


Il “Ventitre” ha attraversato generazioni, ha rappresentato un simbolo e ha accolto moltissimi appassionati fino all’ultimo giorno. Ora la saracinesca è abbassata, ma le vetrine parlano ancora e raccontano un pezzo di storia della città. Quel cartello “vendesi”, però, spiega che adesso è arrivato tempo di voltare pagina. Anzi, di cambiare musica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino