La pistola era un giocattolo e la minaccia all’ex sindaco Pier Antonio Nicoletti una bravata, ma solo adesso si può tirare un respiro di sollievo. Solo oggi che i...
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Esaminati i frame della videosorveglianza, sono servite 36 ore ai carabinieri per identificare chi aveva puntato la pistola - un giocattolo ma a prima vista identica a un’arma vera - in faccia a Nicoletti. Individuata l’auto, una Rover grigia, si è risaliti al 15enne di San Martino di Lupari che, insieme al fratello 19enne e a un altro familiare stavano raggiungendo Loria. Ora le prove e la confessione saranno inviate alla Procura dei minori. Toccherà a loro decidere se procedere per minacce aggravate o, in assenza di denunce di parte, archiviare l’episodio come una bravata. Più probabile l’iscrizione sul registro degli indagati e poi una messa alla prova del 15enne.
Per svelare il giallo della pistola puntata in faccia a Nicoletti dal finestrino dell’auto che passa al rallentatore (martedì alle 14.20 in via Marconi a castello di Godego), i carabinieri sono partiti dalle immagini della videosorveglianza, subito visionate dalla polizia locale di Godego, interessata da Nicoletti. I militari, coordinati dal capitano Alessandro Albiero e dal maresciallo Alberto Cusinato, temevamo che la minaccia armata fosse collegata all’attività politica di Nicoletti. Ma la pista, sentito l’ex sindaco, è stata scartata. Gli investigatori hanno poi analizzato il percorso seguito dalla Rover: arrivata da via Grande ha imboccato via Marconi diretta a nord. Nitida l’immagine che immortala il braccio teso con la pistola fuori dal finestrino, ma altrettanto il numero di targa.
Il proprietario, di San Martino di Lupari, ha ammesso d’essere transitato per Castello di Godego con a bordo i due fratelli. Ma nulla più (non si era accorto di nulla). I carabinieri hanno poi sentito il 19enne e poi, accompagnato dai genitori, il minorenne. Quest’ultimo ha prima finto di cadere dalle nuvole ma poi, messo alle strette, si è sciolto in lacrime o ha confessato. «Ho una pistola semiautomatica giocattolo acquistata dai cinesi e l’ho puntata contro una persona a Castello di Godego». Ai militari non è rimasto che far firmare il verbale al 15enne e ai genitori, inviando poi le prove raccolte alla Procura di Treviso e a quella dei minori di Venezia. «Diciamo caso chiuso - hanno spiegato i carabinieri -. È stata una bravata conseguenza dell’incoscienza giovanile». E anche Nicoletti si è rasserenato: «Trattandosi di un minorenne - ha detto - lo perdono. Nei prossimi giorni potrei incontrarlo, sperando che abbia capito che certe azioni è meglio non farle. Ringrazio i carabinieri e la polizia locale di Godego per quanto fatto, ma anche chi mi ha espresso solidarietà». Soddisfatto anche il sindaco di Godego Diego Parisotto: «Ho seguito costantemente la questione e sono contento che si sia conclusa. Ottimo il lavoro dei nostri vigili e dei carabinieri. Un episodio che ci ha fatto capire ancor di più quanto serva la videosorveglianza».
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Il Gazzettino