Vittime veneziane a quota 106, case di riposo fronte dell'emergenza

Vittime veneziane a quota 106, case di riposo fronte dell'emergenza
VENEZIA - Oltre quota cento fin dalla mattina per arrivare alla sera di ieri a 106. Sono le croci di cui è costellato il veneziano da quando, il 22 febbraio, all’1.30...

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VENEZIA - Oltre quota cento fin dalla mattina per arrivare alla sera di ieri a 106. Sono le croci di cui è costellato il veneziano da quando, il 22 febbraio, all’1.30 di mattina, Covid-19 arrivava nella provincia di Venezia. Un numero che continua a crescere, come crescono i nuovi contagi e i numeri dei positivi nelle case di riposo «il vero fronte dell’emergenza», l’ha ribattezzato ieri il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben. 

A testimoniare il livello d’allarme nelle residenze per anziani, anche il fatto che una delle quattro morti registrate ieri dal bollettino ufficiale delle 17 di Azienda Zero, riportava il caso di Giuseppina Dittadi, 98 anni, di Vigonovo, arrivata alla Terapia Intensiva di Dolo, dov’è deceduta ieri mattina, direttamente dalla casa di riposo Adele Zara di Mira. Le altre tre croci registrate da Azienda Zero sono quelle di S. Z., 82 anni, di Mirano, morto ieri a Dolo e, sempre a Dolo, Covid Hospital del veneziano, quella di L. B., 87 anni, di Chioggia, morta nella serata di domenica, 5 aprile. Sempre domenica era invece morta all’ospedale di Jesolo Giuseppina Guarnuto, 75 anni, di Gruaro, moglie di Domenico Memmo, spirato anche lui due settimane fa. E domenica era spirata anche Amalia Salvador, 94 anni residente a San Giorgio al Tagliamento ma deceduta in una residenza per anziani di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone. Con loro sale a 104 il conto ufficiale della Regione Veneto. Ma sempre domenica sono avvenuti altri due decessi, entrambi all’ospedale di Jesolo e fino a ieri mattina non ancora inseriti nella contabilità del bollettino: si tratta di Gianpaolo Gianduzzo, 76 anni, di San Donà, e di Ermenegildo Dei Rossi di 80 anni di Cavallino-Treporti. Sono le loro due morti a portare il conto totale (ma non ufficiale) a 106 e quello del fine settimana a 7 decessi (contro i 4 registrati da Azienda Zero). Ieri, poi, sono aumentati anche i contagi (+56) per un numero di infetti che è arrivato a 1.508 dallo scoppio della pandemia: salgono a 1.248 gli attualmente positivi. 
Il dolce controcanto di una partitura pesante è dato dalla costante - seppur lenta - diminuzione dei posto occupati in Terapia Intensiva (-3 anche ieri, 52 in tutto) , tanto negli ospedali dell’Ulss 3 quanto in quelli dell’Ulss 4. 
«L’andamento della malattia è regolare anche se in salita. La velocità di crescita dei contagi si presta a una duplice lettura: vediamo se siamo prossimi a un picco o se invece è lontano. È certo però - ha spiegato Giuseppe Dal Ben - che per Venezia e provincia non siamo ancora al plateau». Ovvero a quel punto nel quale la curva aumenta in maniera quasi insensibile: un punto stabile - raggiunto a livello regionale - che è l’anticamera della discesa. Troppo irregolare il numero dei nuovi contagi: al +35 e +36 segnato venerdì e sabato, domenica ha registrato un +76 confermato dal +56 di ieri. «Siamo ancora in crescita - ha aggiunto il dg - anche se come casi assoluti siamo terzultimi in regione: sotto di noi solo Belluno e Rovigo. Se però si calcolano i casi per 10.000 abitanti, Venezia è penultima (con 17,43, ndr) sopra solo Rovigo». 
Scende a 4.198 i numero delle persone in isolamento domiciliare, «è il più alto in regione - ha puntualizzato Dal Ben - Calano perché man mano che superano la quarantena, tornano a una vita normale». 

«Il tema delle case di riposo sarà influente sull’andamento della nostra curva - ha ammesso Dal Ben - Con 84 ospiti positivi, di cui 14 ricoverati, è adesso il nostro più grande problema. Il virus entra o è entrato attraverso qualche visita o qualche operatore. Noi stiamo attenzionando tutte le 31 case. Entro l’8 aprile vogliamo concludere lo screening». Un’analisi di più di 5mila esami tra ospiti, operatori e lavoratori esterni. Due le tecniche: il classico tampone e il test-rapido, un piccolo prelievo di sangue pungendo un dito che attraverso l’individuazione di certi anticorpi ricostruisce la storia clinica degli ultimi dieci giorni sapendo dire se si è entrati in contatto con Covid. «Abbiamo la massima attenzione si Mira, Chioggia e Fiesso. I numeri aumenteranno, ma perché è lì che stiamo combattendo la battaglia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino