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SALOU – La passerella spagnola di Kalle Rovanperä, il più giovane campione del mondo che il rally abbia mai avuto (ha vinto il titolo tre settimane fa in Nuova Zelanda), rischia di far passare in secondo piano la sfida per il podio iridato, ancora aperta. Quella per l'alloro riservato ai costruttori è solo aritmeticamente ancora in palio, perché Toyota ha un vantaggio di 81 punti sulla Hyundai. E dopo il Rally di Catalogna resta solo quello del Giappone (10-13 novembre) con il quale cala il sipario sulla stagione.
Nella entry list figurano 12 vetture plug-in impegnate nella classe regina: cinque Ford Puma, quattro Toyota Gr Yaris e tre Hyundai i 20 N.
Il più accreditato candidato alla piazza d'onore iridata è Ott Tänak (Hyundai i20 N), che ha 173 punti, ossia 29 lunghezze di margine sul compagno di squadra Thierry Neuville (sempre al traguardo quest'anno, ma con una sola affermazione). Oltre al titolo conquistato nel 2019, l'estone è già stato tre volte terzo, ma mai secondo: arriva da un 2021 non proprio entusiasmante, archiviato con il quinto posto assoluto. Il terzo candidato, molto ipotetico, è il vice campione in carica, Elfyn Evans (Toyota Gr Yaris), che ha però 116 punti. Il britannico è reduce da due ritiri.
L'elenco dei partenti è completato da Takamoto Katsuta (Toyota), da Craig Breen (sesto e primo dei piloti al volante della Ford Puma), Gus Greensmith e Jourdan Serderidis (Ford Puma). Il Rally Catalogna è articolato su 19 speciali per un totale di poco meno di 294 chilometri concentrati tra venerdì e domenica. Gli organizzatori hanno rinunciato alla prova serale del giovedì, quando invece si corre lo Shakedown.
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