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SALGITTER – Il riciclo e la cosiddetta “polvere nera” pagano, non solo in termini economici, ma anche ambientali: fino a 1,3 tonnellate di CO2 per una batteria agli ioni di litio da 62 kWh realizzata con materiali recuperati ed elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Lo scorso 29 gennaio la divisione Components di Volkswagen Group ha avviato l'attività di riciclo degli accumulatori delle auto elettriche.
Con la “terza vita” delle batterie, il colosso tedesco punta ad un tasso di recupero superiore al 90% nel lungo termine.
Il sito è tarato attualmente su volumi contenuti, ovvero un centinaio di batterie al giorno, 3.600 l'anno. Questo perché, almeno fino alla fine del decennio, non è prevista una particolare disponibilità di accumulatori dato che la conversione è cominciata da poco. Nel corso del 2020, ad esempio, i marchi del gruppo hanno commercializzato nel mondo circa 231.600 veicoli elettrici (+214%) e 190.500 ibridi (+175%). Poiché la garanzia del costruttore sulle batterie è di 8 anni o 160.000 chilometri significa che il ciclo di vita di un accumulatore può raggiungere i due lustri. Con la crescente diffusione delle auto elettrificate il riciclo (che in Volkswagen non richiede la fusione in altoforno) aumenterà in maniera esponenziale.
«In futuro, il processo potrà essere scalato per gestire quantità maggiori grazie a continue ottimizzazioni», ha fatto sapere Volkswagen Group, che ha parlato anche di un «altro coerente passo avanti verso la responsabilità sostenibile per l’intera catena del valore delle batterie per veicoli elettrici». «Stiamo implementando il ciclo sostenibile per i materiali riciclabili e abbiamo un ruolo pionieristico nell’industria su un tema futuro con un grande potenziale in termini di protezione del clima e approvvigionamento delle materie prime», ha sintetizzato Thomas Schmall, presidente di Volkswagen Group Components.
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