IMOLA - Esco dalla Tosa, in seconda, apro il gas e sento l’anteriore galleggiare mentre mi proietto verso la prossima curva. È a sinistra, si chiama Piratella: la...
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Pronti-via, scelgo la Tuono, così prendo confidenza con la pista, cerco di capire le linee: qui non è semplice, ci sono tanti saliscendi e tante curve cieche. 175 cv per una naked sono tantissimi, ma in pista sono perfetti. Imola è un luna park per adulti, e io e la Tuono ci diamo subito “del tu”. Non è la prima volta che la guido, quindi la “riscopro” proprio come l’avevo lasciata: intuitiva, agile, equilibratissima e potente. E poi ha un pacchetto APRC evolutissimo che gestisce tutti i sistemi elettronici e monta nuove sospensioni elettroniche. Qui è perfetta. Piego sempre di più e sfrutto tutto il motore, assistito da un ottimo cambio elettronico. Mi diverto. La ruggine l’ho tolta e la pista un po’ l’ho imparata. Così passo alla RSV4, che già nel giro di entrata mi fa subito capire chi è che comanda: lei. 217 cv sono una potenza enorme, ma per fortuna anche in questo caso piattaforma inerziale e sistemi elettronici permettono anche a me che non sono un pilota di divertirmi.
Posso spalancare il gas, tanto ci sono controllo della trazione e anti-impennata. Ho, dunque, due compiti: fare le giuste traiettorie – che il buon Lorenzo Savadori mi ha anche mostrato durante una sessione – e non finire per terra. Turno dopo turno cresce il feeling con la moto, che non è rigidissima: quindi perdona. Alla spinta del quattro cilindri, invece, no, non mi abituo mai: è paurosa. Ma giro dopo giro va sempre meglio. La RSV4 è sensibilissima, avverte ogni mio piccolo movimento, e fa esattamente quello che le dico di fare (che poi non è detto sia la cosa giusta...).
Frena fortissimo, è stabile e precisa, e anche rapida nei cambi di direzione. Mi diverto sempre di più e alzo continuamente il mio ritmo, ma resto comunque lento in molti punti della pista. A fine giornata sono esausto, ma soddisfatto. Quasi orgoglioso di me stesso. Ho guidato due belve a Imola e me la sono goduta. Poi, vabbe’, andar forte è proprio un altro mestiere e lo lascio fare ai piloti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino