TMax, storia di un successo. Il maxiscooter Yamaha nel 2001 aprì un’era

Il primo Yamaha TMax del 2001
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LISBONA - Almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti i fruitori di due ruote di ritrovarsi davanti alla solita domanda: Moto o scooter? C’è poco da fare, è un dilemma che da sempre tormenta gli appassionati. Perché da un lato c’è il divertimento, l’adrenalina, il bello della guida, e dall’altro la praticità e il comfort tutto l’anno, in ogni condizione atmosferica. Oggi però ci sono tante soluzioni “ibride” che possono soddisfare un po’ tutte le esigenze. Ma venti anni fa era impensabile: bisognava davvero fare una scelta drastica e spesso per questioni di necessità si era costretti a rinunciare all’aspetto emozionale delle due ruote.

 

Dunque, fu proprio per mettere insieme il mondo delle moto con quello degli scooter che nel 2001 Yamaha diede vita al primo maxi-scooter, un mezzo destinato a rivoluzionare per sempre il mercato. Il TMAX aveva un telaio, un’impostazione tecnica e prestazioni che nulla avevano da invidiare alle moto vere, ma allo stesso tempo era comodo, pratico e aveva un vano sottosella perfetto per l’uso quotidiano. Il motore era un bicilindrico parallelo a carburatori da 499 cc che ha dominato la scena per diverse generazioni. C’erano trasmissione a catena, pneumatici con diametro da 14’’ e freno a disco anteriore. Fu un successo enorme. Nel 2004 debuttava la seconda generazione, con l’alimentazione elettronica al posto dei carburatori. Anche l’impianto frenante si aggiornava, i dischi diventavano due. Il cerchio posteriore cresceva fino a 15’’ (con pneumatici da 160/60) e le sospensioni crescevano nel diametro da 38 a 41 mm. Intanto le vendite continuavano a crescere e quattro anni dopo, nel 2008, arrivava la terza generazione. Il cambiamento fu importante.

Il look era completamente nuovo, più sportivo e aggressivo. Il telaio diventava in alluminio, la ruota anteriore passava da 14’’ a 15’’ e gli steli forcella arrivavano a 43 mm di diametro. Solo nel 2012, con la quarta generazione, si registrò la prima modifica al motore, che cresceva nella cilindrata fino a 530 cc e veniva abbinato ad una trasmissione finale a cinghia. Anche l’estetica cambiò, con linee più spigolose e tutto divenne più moderno: dai gruppi ottici alla strumentazione. Nel 2015 fu la volta della quinta versione, dotata di faro full LED, di forcella a steli rovesciati e di pinze radiali con doppio disco da 267 mm, oltre che della Smart Key.


Due anni dopo, nel 2017, la sesta generazione si articolava in tre versioni: standard, SX (più sportiva) e DX (più elegante). Aveva un design completamente nuovo, un nuovo telaio in alluminio, un nuovo forcellone in alluminio, il controllo della trazione, due riding mode e optional come manopole e sella riscaldate, cupolino regolabile elettronicamente e cruise control. Un cambiamento importante quest’ultimo, che ha permesso oggi al TMAX di alzare ancora un po’ l’asticella senza cambiare nulla del suo DNA e della sua forte personalità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino