LONDRA - La Shell Eco Marathon è una corsa particolare dove l’Italia è capace di fare grandi cose con i suoi ragazzi, in particolare con quelli dell’ITIS...
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Ma non è che il sogno di vincere allontana dai propri doveri di studente? «Assolutamente no! Un buon rendimento scolastico è il requisito fondamentale per partecipare al progetto Eco Marathon» afferma Daniele Timò, studente maturando del quinto anno e team manager del gruppo che ha trionfato a Londra alla sua 11^ partecipazione. «Nel 2016 avevamo sfiorato la vittoria, invece quest’anno abbiamo vinto ampiamente e per di più migliorando su un percorso più difficile dove invece tutti gli altri hanno peggiorato rispetto al passato. Merito delle nostra strategia di gara – conclude Timò – e del lavoro che abbiamo fatto sul nostro veicolo: lo abbiamo alleggerito di 8 kg e pesa in assetto da gara solo 28 kg». L’Escorpio Evo 17 è un vero capolavoro di ingegneria ante rem – è fatto da ragazzi che non sono neppure periti – e un autentico figlio della sua terra.
La scocca è un guscio unico di carbonio cotto in autoclave, realizzato in collaborazione con la Grafite Compositi di Bologna. L’aerodinamica è frutto di simulazioni al computer e di verifiche nella galleria del vento di Sant’Agata Bolognese, la stessa usata dalla Lamborghini. Troviamo inoltre un sensore di posizione dello sterzo della Ducati e il motore elettrico è un “brushless” da 200 Watt che gira ad oltre 10.000 giri/min: lo usa la Nasa sui robot che manda in missione nello spazio e Ferrari per lo spoiler posteriore della LaFerrari. «L’elettronica di controllo invece è una nostra creazione e andiamo a provare sul circuito di Modena». Un caso di scuola, un’espressione del territorio, ma anche una grande esperienza di vita.
«La Shell Eco Marathon ci ha insegnato l’attitudine a sperimentare e a migliorare sempre in base all’esperienza. E a Londra, in occasione della gara, il clima è fantastico. Ci confrontiamo con gli altri istituti e ci teniamo in contatto anche nel corso dell’anno. Con loro sono nate collaborazioni e anche con il Politecnico di Torino». Un contesto altamente motivante. «Anche io, finita la terza media, ho deciso immediatamente di venire in questa scuola perché c’era il progetto della Shell Eco Marathon, ne sono entrato subito a far parte e l’ho seguito per 5 anni». E poi? «Studierò ingegneria meccanica – è sicuro il giovane Daniele – e sarà questa la mia vita».
Il Gazzettino