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Terra, mare, perfino il cielo: Suzuki è uno dei pochi brand globale che compete a 360° sull’intero fronte della mobilità. L’automotive resta il core business, con un’ampia gamma di vetture ibride (più il mitico Jimny a benzina, immatricolato in Italia come veicolo da lavoro a due posti) per esaltare l’elettrificazione e la tradizione del 4x4, ma altrettanto importante è la flotta di scooter e motociclette, un apprezzatissimo must della Casa di Hamamatsu. E poi c’è la presenza storica nel settore dei motori marini, per cui Suzuki ha costituito una sezione specifica che ha presentato brevetti ricoluzionari come il Micro Plastic Collector capace di “pulire” il mare con filtri sofisticati che catturano le microplastiche durante la navigazione. Non meno suggestivo l’impegno (avveniristico ma non troppo) sul fronte delle “auto volanti”, grazie alla consolidata partnership con SkyDrive.
In questo variegato universo di soluzioni per la mobilità, manca tuttavia un pilastro irrinunciabile in chiave futura: una vettura full-electric. Suzuki metterà sul mercato europeo la sua prima auto a emissioni zero, derivata dal concept eVX, soltanto alla fine dell’anno fiscale 2024, quindi all’inizio del 2025. Un evidente contrasto con la svolta imboccata da quasi tutti i concorrenti, ormai sbilanciati anche a livello industriale sull’elettrico puro. Perché Suzuki non ha cavalcato la tendenza, preferendo insistere sull’ibrido in tutte le sue declinazioni (dal mild al full al plug-in)?
«Non siamo in ritardo sotto il profilo tecnologico – spiega il presidente della filiale italiana, Massimo Nalli – perché già due anni fa avevamo un modello completamente elettrico pronto a sbarcare sul mercato. È stato deciso di rinviarne il debutto per una scelta precisa e motivata. Non siamo negazionisti o contro l’elettrico, sarebbe anacronistico, vogliamo solo vivere la transizione utilizzando tutte le tecnologie esistenti finché queste ci verranno richieste». È la filosofia illustrata con chiarezza e pragmatismo dal presidente del gruppo giapponese, Toshihiro Suzuki, nel “Sustainability Report 2022” orientato alla Vision 2030, il piano di sviluppo che esplora in ogni dettaglio la nuova mobilità.
«C’è chi si pone l’ambizioso obiettivo di convertire tutti i modelli in veicoli elettrici entro il 2030 – ha detto il top manager - .
Nel settore delle due ruote, Suzuki introdurrà una motorizzazione EV nel 2024 destinata ai motoveicoli utilizzati in prevalenza come commuter per il trasporto quotidiano. L’azienda prevede inoltre di lanciare otto nuovi modelli entro il 2030 con una percentuale di motorizzazioni EV limitata al 25%. Per quanto riguarda le motociclette di grandi dimensioni per il tempo libero, viene valutata soprattutto l’adozione di carburanti biologici a basse emissioni.
Sull’idrogeno, in particolare, è in atto uno studio congiunto con Honda, Yamaha e Kawasaki all’insegna dello spirito di squadra (e della riduzione degli investimenti). Parallelamente prosegue la joint-venture con Toyota per lo sviluppo e la produzione di vetture per la nuova mobilità. In campo nautico, arriveranno 5 nuovi motori fuoribordo entro l’anno fiscale 2030, con una percentuale di motorizzazioni EV del 5%. Per i motori marini termici di grande potenza, invece, la casa di Hamamatsu sta valutando l’utilizzo di carburanti sintetici, a zero emissioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino