ROMA - L’arrivo delle cinture di sicurezza nelle auto non è legato al solo impegno di Volvo che, esattamente 60 anni, fece sviluppare all’ex ingegnere...
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A quel tempo la compagnia disponeva di 1.500 veicoli gestiti direttamente e i dipendenti ne usavano altri 15.000 personali. Il compito di rendere più sicure le vetture dei dipendenti venne affidato a due ingegneri della compagnia elettrica, Bengt Odelgard e Per-Olof Weman. Sulla base di ricerche dell’US Air Force, Odelgard e Weman giunsero alla conclusione che un cintura diagonale, piuttosto che quella semplice addominale, avrebbe migliorato notevolmente la sicurezza. Nel 1956, Vattenfall iniziò a dotare le proprie auto di cinture di sicurezza diagonale (detta anche a due punti). Si trattava, va specificato, di sistemi molto diversi dagli attuali, con cinture “fisse” (prive cioè degli attuali arrotolatori e soprattutto del moderno pretensionatore che entra in funzione al momento dell’impatto) e posizionate all’altezza dello sterno.
L’invenzione venne notata dal nuovo capo di Volvo Gunnar Engellau su segnalazione di Stig Lindgren, un medico consulente dell’azienda. Convinto della funzionalità delle “Vattenfall Seat Belts” Engellau nel 1958 collocò per lo sviluppo di questo innovativo progetto Nils Bohlin, un ex ingegnere aeronautico, a capo della sicurezza di Volvo. Bohlin sviluppò rapidamente la soluzione creata dalla compagnia energetica e - combinando la cintura addominale usata negli aerei con quella diagonale inventata da Odelgard e Wemana - realizzò la cintura di sicurezza a tre punti da cui derivano quelle attuali.
La cintura di sicurezza a tre punti fu introdotta per la prima volta da Volvo tra il 1958 e il 1959 su PV544 e Amazon e, sorprendentemente, la Casa che pur deteneva il brevetto del modello a tre punti, autorizzò altri costruttori concorrenti a usare gratuitamente questo sistema sapendo che avrebbe contribuito a salvare un grande numero di vite umane. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino