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Con l'ingresso in F1 del budget cap di 145 milioni di dollari, in molti non avevano calcolato l'impatto che potevano avere gli incidenti e i relativi costi per la ricostruzione delle vetture, nella voce spese. Botti violenti come quello di Valtteri Bottas e George Russell a Imola (nella foto sotto), o quello di Max Verstappen a Silverstone, rappresentano dei veri problemi per le squadre che già stanno centellinando gli interventi economici per la stagione in corso, e sono costretti a sostenere un surplus di spese non previste che si avvicinano ai due milioni. Abituati a muoversi con budget che si aggiravano tra i 300 e i 400 milioni, si possono capire le difficoltà incontrate da Mercedes e Red Bull, mentre il team principal Mattia Binotto ha spiegato che la Ferrari ha già dovuto sostenere costi per oltre 2,5 milioni per i crash causati o subìti dai suoi piloti.
Se piangono i top team, figuriamoci le piccole squadre. La Williams ha dovuto mettere mano, con fatica, al portafoglio dopo l'incidente di Russell a Imola, mentre la Haas è letteralmente con le mani nei capelli per i continui crash di Mick Schumacher e Nikita Mazepin. Non si ricordano due debuttanti coinvolti in così tanti incidenti determinati da loro errori. Se il russo era atteso a un difficile ingresso in F1 nonostante le migliaia di chilometri coperte con la Mercedes in test privatissimi e i precedenti test con la Force India, sorprendono le uscite di pista di Schumacher, campione F2 in carica. E dire che i due ragazzi dovrebbero starsene tranquilli considerando che la Haas quest'anno è ben lontana da Williams e Alfa Romeo.
Guenther Steiner, team principal Haas, è sull'orlo di una crisi di nervi. Il primo anno della squadra americana senza piloti esperti (dopo numerose stagioni con Romain Grosjean e Kevin Magnussen) si sta rivelando più complicato del previsto.
Il Gazzettino