Rosemeyer, dalla rivalità con Nuvolari al maledetto record di velocità con la Auto Union

Bernd-Rosemeyer sulla Auto Union Type C nel 1937al Grand Prix di Donington Park in Gran Bretagna
Ottant’anni fa, il 28 gennaio 1938 sull’autostrada Francoforte-Darmstadt si compie il destino di Bernd Rosemeyer. La sfida tecnica tra Auto Union e Mercedes, una sorta...

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Ottant’anni fa, il 28 gennaio 1938 sull’autostrada Francoforte-Darmstadt si compie il destino di Bernd Rosemeyer. La sfida tecnica tra Auto Union e Mercedes, una sorta di derby Sassonia - Baden Württemberg si è trasferita sui lunghi rettilinei dell’autobahn. Lasciate da parte le macchine Grand Prix, la Tipo C con motore 16 cilindri posteriore, progettata da Ferdinand Porsche, e la W125 Silberbaun (Freccia d’argento) di Max Sailer, si lavora sui “siluri” carenati della classe 5000—8000 cc. Al volante della “streamliner” V12 della Stella d’Argento, la preferita dal regime, è il campione affermato: Rudolf Caracciola. Il nome indica l’origine italiana della famiglia di “Carash”, fresco del suo secondo titolo europeo e già primo vincitore non italiano della Mille Miglia nel ’31.


Sul “mostro” dei quattro anelli, le quattro Case automobilistiche tedesche – Audi, DKW, Horch, Wanderer – che unendosi hanno dato vita alla Auto Union, c’è lui, Bernd Rosemeyer che come un ciclone si è imposto al vertice dell’automobilismo da corsa. Ma non è una meteora come Guy Moll, il giovane francoalgerino scoperto da Enzo Ferrari, morto a Pescara dopo l’exploit a Montecarlo nel 1934. Proprio quattro anni prima Rosemeyer, il 24 ottobre (brrrr…) all’Avus, il circuito berlinese che utilizza due tratti di autostrada (guarda casa) raccordati da due curve, la Nord sopraelevata! effettua il provino decisivo con l’Auto Union Tipo A, un bestione difficile da guidare per gli stessi Stuck e Achille Varzi, che il biondino di Lingen riesce a domare con…naturalezza.

Quella stessa naturalezza con la quale è passato dalle spericolate avventure giovanili nella Bassa Sassonia ai successi in moto con la DKW, uno dei quattro anelli, che gli sono valsi il test, al quale si è presentato con un impeccabili vestito per le grandi occasioni, sopra al quale ha indossato la tuta. Scelto come riserva dei piloti ufficiali gli basterà una sola stagione per diventare il rivale di Nuvolari, che per la prima volta riesce a precedere il 29 settembre (questa va meglio, anzi…) 1935 a Brno, sul circuito di Masaryk. Ma quel giorno non si conquisterà solo la l’ammirazione e la sincera stima del “mantovano volante”. Il 29 settembre 1935 Bernd conosce Elly Benihorn, la celeberrima aviatrice tedesca.

Anche con lei va velocissimo. Si sposano il 13 luglio 1936, tredici giorni dopo Bernd le porta il regalo la vittoria nel Gran Premio di Germania al Nurburgring, cui seguiranno i successi a Pescara e a Monza, che a fine stagione gli valgono il titolo di Campione d’Europa, il più importante nell’automobilismo di allora. Nel 1937 è meno fortunato, c’è il ritorno delle Mercedes e Caracciola gli sfila il titolo, al campione dell’Auto Union rimangono il ricco successo, in termini di...dollari, e lo spettacolare trionfo a Donington in Gran Bretagna, l’ultimo in circuito. La sfida si trasferisce in autostrada. Mercedes e Auto Union ci investono il massimo. Rosemeyer di più. Tutto scorre all’insegna della massima velocità! Il 25 ottobre 1937 è il primo a superare i 400 km/h su strada, il 12 novembre nasce Bernd Jr, il 31 dicembre festeggia a Berlino con Tazio e Carolina Nuvolari e con Elly.


Passano quattro settimane ed eccoci al fatidico 28 gennaio 1938. A dispetto della stagione degna dei… Nibelunghi, Mercedes e Auto Union tornano a sfidarsi in questa folle corsa: 432,692 km/h è la straordinaria performances di Caracciola, il primo a lanciarsi sulla base misurata della Francoforte-Darmstadt. Tocca al rivale che con la vettura da record derivata dalla Tipo C, data di una sorta di grandi minigonne, dopo due tentativi arriva a sfiorare i 430 km/h. Non bastano. C’è vento laterale, pericolosissimo per la “Stromlinienwagen” con quelle grosse paratie. Bernd non se ne preoccupa, nonostante le pressioni contrarie dei suoi tecnici e si avvia per l’ultima corsa…




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Il Gazzettino