Vince un concorso pubblico grazie a un tatuaggio. Non suo, ma di un altro concorrente. Che per averlo in bella vista ((all’epoca della prova) ora viene escluso. I fatti....
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Per questo il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso di uno dei tre esclusi Federico Caricasulo. Da parte sua il pilota tatuato aveva portato come prova di “idoneità” il certificato di uno specialista in chirurgia plastica in cui si testimoniava che la figura impressa sulla pelle “era in fase di rimozione”. Ma per il Tar non è bastato e la ragione è stata data al ricorrente motivandola con queste parole: «Essendo il tatuaggio in questione ben visibile all’atto della visita, e dovendo i requisiti di idoneità essere posseduti dal candidato all’atto della selezione concorsuale, e non in epoca successiva, la circostanza evidenziata dall’Amministrazione non costituisce valido supporto del giudizio di idoneità psicofisica espresso». E in più adesso l’ex vincitore, il Ministero dell’Interno e la Federazione Motociclistica Italiana dovranno rimborsare il nuovo assunto con 1500 euro ciascuno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino