Pilota vince concorso per le Fiamme Oro ma viene escluso per un tatuaggio

Il pilota Federico Caricasulo vince il ricorso al Tar Foto GettyImages
Vince un concorso pubblico grazie a un tatuaggio. Non suo, ma di un altro concorrente. Che per averlo in bella vista ((all’epoca della prova) ora viene escluso. I fatti....

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Vince un concorso pubblico grazie a un tatuaggio. Non suo, ma di un altro concorrente. Che per averlo in bella vista ((all’epoca della prova) ora viene escluso. I fatti. Poco meno di un anno fa il 20 gennaio 2015 il ministero dell’Interno bandisce un concorso per atleti delle Fiamme Oro, corpo sportivo della Polizia di Stato. Le assunzioni sarebbero state 25 per varie discipline. Fra queste una destinata a un pilota di moto specializzato in velocità su pista, inquadrato nel ruolo di agente-assistente. A quell’unico posto disponibile puntavano quattro giovani atleti motociclisti. Fra prove e punteggi nella graduatoria finale il vincitore che emerge è il diciassettenne Enea Bastianini. Agli altri tre partecipanti tocca l’amaro boccone. Che però non viene digerito. E la delusione diventa ricorso al Tar del Lazio. Fra le motivazioni proprio la presenza di un tatuaggio di grandi dimensioni (15 centimetri x 7)  ben visibile sull’avambraccio del vincitore. Certo durante l’inverno non evidente, coperto dalle maniche lunghe, ma in bella mostra durante l’estate con la divisa estiva. Cosa non ammessa con le norme d’accesso ai concorsi per la Polizia di Stato.  

 


Per questo il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso di uno dei tre esclusi Federico Caricasulo. Da parte sua il pilota tatuato aveva portato come prova di “idoneità”  il certificato di uno specialista in chirurgia plastica in cui si testimoniava che la figura impressa sulla pelle “era in fase di rimozione”. Ma per il Tar non è bastato e la ragione è stata data al ricorrente motivandola con queste parole: «Essendo il tatuaggio in questione ben visibile all’atto della visita, e dovendo i requisiti di idoneità essere posseduti dal candidato all’atto della selezione concorsuale, e non in epoca successiva, la circostanza evidenziata dall’Amministrazione non costituisce valido supporto del giudizio di idoneità psicofisica espresso». E in più adesso l’ex vincitore, il Ministero dell’Interno e la Federazione Motociclistica Italiana dovranno rimborsare il nuovo assunto con 1500 euro ciascuno.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino