Il Brasile, è il secondo Paese al mondo per numero di persone contagiate dal Coronavirus (oltre 2,5 milioni) e secondo per morti dovuti al Covid-19, oltre 90mila. Numeri...
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Ma il signor Rohony, forse farebbe meglio a puntare il dito contro il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, negazionista della prima ora e che per la mancanza di adeguate soluzioni da offrire alla propria popolazione, ha provocato l'espandersi violento della pandemia. Rohony non ha inoltre capito che nessuna squadra di F1, nessun pilota, è intenzionato a imbarcarsi per il Brasile, destinazione San Paolo, proprio una delle città più colpite dal virus. Qualcuno glielo spiegherà. Non bisogna poi dimenticare che il GP del Brasile era economicamente poco conveniente per la F1, a maggior ragione con un calendario compresso che costringe a fare delle scelte: gli organizzatori non versavano alcuna quota e l'attuale contratto scade proprio a fine 2020. Nel 2021 le cose cambierebbero, con il versamento di una tassa analogamente alle altre piste, ma c'è pure la concorrenza di Rio de Janeiro con il progetto di un nuovo autodromo disegnato da Hermann Tilke, il Rio MotoPark. È ancora da costruire, ma per il 2022 si è già assicurato la MotoGP.
Anche in Canada c'è delusione per la cancellazione del GP, ma in questo caso dito è puntato contro le autorità cittadine che non hanno fornito il proprio sostegno. "Abbiamo lavorato per settimane per allestire un piano, abbiamo consultato tutte le organizzazioni americane ed europee, ma non abbiamo ricevuto alcun supporto locale", ha affermato il responsabile Francois Dumontier all'agenzia La Presse. Con F1 e FIA era stato compilato un protocollo sanitario da 100 pagine che non è stato preso in considerazione. E secondo Dumontier, per la metropoli del Quebec è un'opportunità mancata: "Non ci sono attività in centro, gli hotel sono quasi vuoti. Una gara ad ottobre ci avrebbe riportato all'attenzione". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino