La pandemia rallenta i lavori stradali. E lo stato di salute della rete viaria urbana ed extraurbana in Italia ne risente

Il rifacimento del manto stradale
ROMA - Il 2020, tra gli effetti provocati dalla pandemia da COVID-19, ha registrato una forte riduzione della mobilità sulle nostre strade. Nonostante il minor numero di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ROMA - Il 2020, tra gli effetti provocati dalla pandemia da COVID-19, ha registrato una forte riduzione della mobilità sulle nostre strade. Nonostante il minor numero di veicoli in circolazione, lo stato di salute della rete stradale nazionale non sembra essere migliorato, quanto meno all’interno delle grandi città e sulle arterie di competenza delle province.

La testimonianza arriva dagli ultimi dati diffusi dal SITEB, l’Associazione Strade Italiane E Bitumi, che nella sua analisi trimestrale ha evidenziato come nei primi 10 mesi del 2020 il consumo di bitume (materiale di derivazione petrolifera e principale indicatore dei lavori stradali) è stato inferiore del 2,4 %, rispetto allo scorso anno.

Un dato, tutto sommato, confortante se si guarda al trend degli altri prodotti petroliferi. L’Associazione prevede che a fine anno la produzione di asfalto toccherà nuovamente quota di 30 milioni di tonnellate, stesso dato del 2019. Un dato, questo, che pur certificando lo stop alla ripresa avviata nel 2018, dopo 10 anni ininterrotti di crollo degli investimenti nel settore stradale, lascia ben sperare anche se non consente di rimettere in totale sicurezza la nostra rete stradale.

Ma quali sono le strade che hanno maggiormente beneficiato dei lavori stradali in questi ultimi mesi? Secondo il SITEB a tenere a galla il settore ci hanno pensato le manutenzioni effettuate dall’ANAS e dalle concessionarie autostradali. Del resto erano anni che non si procedeva a un’opera massiccia di manutenzione di queste strade. Qualcosa si è mosso anche a livello locale con l’allentamento del patto di stabilità che ha prodotto buoni effetti anche sui Comuni, almeno su quelli più virtuosi che avevano fondi a disposizione e che ora li stanno impiegando.

Guardando ai prossimi mesi le stime SITEB non prevedono ulteriori ripercussioni negative sui lavori stradali, anche perché il petrolio ha oggi un costo contenuto e il bitume se ne avvantaggia di conseguenza. Sembrano superate anche alcune situazioni di empasse dovute alla pandemia. Nei piccoli Comuni nei mesi di marzo-aprile-maggio si sono segnalati numerosi rallentamenti dei lavori dovuti al Lockdown e causati in parte dall’attuazione delle nuove prescrizioni di sicurezza e in parte dall’assenza nei posti di lavoro di dirigenti comunali che, non firmando le autorizzazioni a procedere, hanno obbligato le imprese a rinviare l’inizio dei lavori.

Per rimettere in salute le nostre strade resta ancora molto lavoro da fare: negli ultimi dieci anni il mancato investimento di circa 10 miliardi di euro in attività di manutenzione dei manti d’asfalto ha seriamente compromesso il nostro patrimonio stradale, provocandone il graduale deterioramento; in alcuni casi il degrado è entrato negli strati profondi delle pavimentazioni e ora sono necessari interventi di rifacimento strutturale molto costosi. Per riparare a questi errori, oggi il SITEB stima occorrerebbero 22 mld di euro di investimenti che il Next Generation EU e gli altri strumenti finanziari resi disponibili dall’Europa, potrebbero contribuire a coprire.

“Auspichiamo che il Governo,”, ha commentato il Presidente SITEB – Michele Turrini, “nello stimare come impiegare le risorse collegate al Piano Next Generation EU che arriveranno nei prossimi mesi nel nostro Paese, valuti seriamente l’opportunità di investire in un grande piano di manutenzione del nostro patrimonio stradale, anche attraverso l’impiego di nuovi materiali e tecniche ambientalmente sostenibili che garantiscono un basso impatto ambientale e una nuova economia. Non vanno ripetuti gli errori del passato, spesso pagati a caro prezzo. Rimettere in sesto il nostro patrimonio stradale significa anche rilanciare la competitività delle nostre imprese e ridurre il divario tra le diverse aree del Paese”.

“Serve un grande piano”, ha concluso Turrini, “che rimetta in sicurezza le strade, i viadotti, i ponti e le gallerie. Riguardo le grandi opere è importante avviare e completare quei collegamenti di cui si discute da anni per riportare la viabilità del Paese ad un livello adeguato e conforme alle esigenze europee!”.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino