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TOKYO - La svalutazione dello yen e l’aumento delle immatricolazioni negli Stati Uniti spingono i risultati della Nissan, che torna alla redditività per la prima volta negli ultimi tre anni. Nell’esercizio fiscale terminato a fine marzo l’utile netto si assesta a 215 miliardi di yen (1,58 miliardi di euro), dopo una perdita di 448,8 miliardi di yen registrata l’anno precedente, mentre i profitti operativi raggiungono i 247 miliardi di yen. La casa auto nipponica ha spiegato di esser riuscita ad assorbire l’impatto dei rialzi dei prezzi delle materie e un ridimensionamento dei volumi di vendita, grazie al deprezzamento dello yen, ai minimi degli ultimi 20 anni sul dollaro, e il miglioramento dei margini per le vetture di alta fascia.
Nell’anno fiscale in corso Nissan stima un lieve aumento dell’utile operativo a 250 miliardi di yen (+1,1%), e una crescita delle vendite di 4 milioni di unità, grazie al lancio dei nuovi modelli, e il graduale miglioramento delle forniture di semiconduttori per il comparto. «Ci attendiamo un anno pieno di sfide a giudicare dall’attuale panorama internazionale», ha ammonito il presidente Makoto Uchida in una conferenza stampa, riferendosi al conflitto in corso in Ucraina, l’ascesa dei prezzi delle materie prime e le incertezze post Covid sulla logistica legata al lockdown in Cina.
Sotto la guida di Uchida la casa costruttrice nipponica ha tentato di lasciarsi alle spalle i postumi dell’era Ghosn, associata all’eccesso di capacità produttiva, intensificando le cooperazioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile, e una ripresa del dialogo con la partner Renault.
Il Gazzettino