Nautica verso la riapertura, ma non c’è visione comune. Sabato vertice con De Luca per sbloccare la Campania

Il porto di Napoli
ROMA - Quando il lockdown sarà terminato le aziende nautiche potranno dirsi pienamente soddisfatte di ciò che Governo e Regioni hanno concordato in questa fase di...

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ROMA - Quando il lockdown sarà terminato le aziende nautiche potranno dirsi pienamente soddisfatte di ciò che Governo e Regioni hanno concordato in questa fase di preparazione alla riapertura? Tanto per cambiare, all’interno del comparto non c’è unanimità di vedute: tra gli operatori c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno (Confindustria Nautica) e chi lo vede mezzo vuoto (Afina E PNI). Sembrano totalmente diverse le prospettive inquadrate da Genova e da Napoli. E ciò non contribuisce a fare chiarezza neanche tra i diportisti, i quali per ora navigano nell’incertezza, nel senso che non sanno se, come e quando potranno godersi davvero il bene barca a suo tempo acquistato (o affidato in rimessaggio).


Dal quartier generale ligure è stato comunicato, con piena soddisfazione, che “dopo Lazio, Toscana, Marche e Liguria, anche l’Emilia-Romagna apre alla consegna delle imbarcazioni”. E si sottolinea che “gli interventi dell’associazione di categoria a livello regionale continuano a produrre risultati”.

Di quali risultati si tratta? Viste le limitazioni imposte dall’esigenza di controllare il diffondersi del Coronavirus e di rispettare i relativi protocolli non si tratta certo del via libera alla piena ripresa delle attività produttive: l’opera di persuasione esercitata da Confindustria Nautica sul Governo, e di conseguenza sulle succitate Regioni, è riuscita in realtà ad ottenere che tra le attività consentite dal decreto del premier del 10 aprile 2020 si potessero ritenere incluse anche quelle di consegna delle unità già prodotte. Nello specifico, nel testo si parla di “attività propedeutiche allo spostamento dal cantiere all’ormeggio o di attività connesse, comunque finalizzate alla consegna, previa comunicazione al Prefetto».

Vista da Napoli, ovvero dai vertici di Afina (Associazione Filiera Nautica Italiana) e di Pni (Polo Nautico Italiano) queste misure sono da considerarsi “del tutto insufficienti e inadeguate alle reali esigenze dei cantieri”. In una intervista rilasciata alla pubblicazione on line della rivista Nautica, il presidente delle due associazioni, Gennaro Amato, ha fatto sapere che sabato 25 aprile avrà un incontro con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del quale spiegherà perché non ci sarebbero rischi per la salute autorizzando la piena ripresa delle attività produttive.

“Nei cantieri nautici che costruiscono barche dai 4 ai 15 metri – sostiene infatti Amato - le distanze interpersonali di cui tanto si parla in questo periodo già esistevano di fatto, prima che arrivasse la pandemia. Ciò perché la condizione di stare distanti gli uni dagli altri è insita nei vari cicli di lavoro: su una barca di dieci metri non salgono contemporaneamente più di due operai. Sulla base di queste considerazioni Io chiedo la riapertura generalizzata. Voglio che tutta la filiera nautica, in tutta Italia, si rimetta in movimento”.

Portavoce di circa 250 aziende in ansia per il lungo fermo produttivo, nell’intervista a Nautica il numero 1 di Afina e PNI si è detto pronto a difendere gli interessi di tutti, anche di coloro che non fanno parte delle associazioni da lui guidate. “Faremo in modo che tutti i cantieri, indipendentemente dal fatto che siano nostri associati o meno, sappiano dettagliatamente che cosa si può o non si può fare”.


A quanto pare non preoccupano più di tanto la prudenza, il rigore e la fermezza fin qui manifestati dal governatore della Campania. Semmai il contrario. “Chiederò a de Luca di farsi promotore presso gli altri governatori, su tutto il territorio nazionale, di un’apertura generalizzata” ha detto ancora Amato, manifestando grande ottimismo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino