BUDAPEST - C’era una volta la Mercedes delle ammiraglie grandi, grosse, opulente. C’è ancora, certo. Ma non ha più l’esclusiva della...
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Partiamo dalla fabbrica. È un gioiello hi-tech, dove l’ordine, il silenzio e la pulizia dell’aria sono paragonabili a quelli di un laboratorio di ricerca. In sintonia la flessibilità, con più modelli diversi che si alternano lungo la catena: si chiama produzione integrata flessibile. Vuol dire che in Ungheria le auto vengono prodotte esattamente come negli stabilimenti che Mercedes ha in Germania, Finlandia, Cina e, presto, in Messico. La capacità produttiva è il trampolino di lancio da cui si parte per conquistare 170 mercati sparsi nel mondo. Il successo delle “piccole” Mercedes, infatti, è planetario. Seco Philip Fischer, product manager delle vetture compatte, nella scalata alle posizioni di vertice ha giocato un ruolo fondamentale “la varietà della gamma”. In effetti sono cinque i modelli di carrozzeria e in un futuro già delineato diventeranno otto. Intanto la GLA, appena sottoposta a restyling, è partita alla grande, con 1.200 ordini al buio, prim’ancora che l’auto arrivasse nelle concessionarie.
«La GLA ha contribuito in misura considerevole a ringiovanire l’immagine del marchio, cui fa riscontro anche il ringiovanimento dell’età media della clientela, abbassatasi di ben 13 anni» dice ancora Fischer, aggiungendo che «ogni anno si registrano incrementi di vendita a volte anche del 50%» e che «in Europa circa la metà degli attuali proprietari di una compatta Mercedes prima guidava una vettura della concorrenza».
Il discorso riguarda anche l’Italia. «Il nostro mercato ha assorbito 130.000 unità, un successo che ci ha consentito di superare concorrenti come BMW Serie 1 e Audi A3 e di raggiungere un tasso di conquista dell’80%» informa Paolo Lanzoni, product manager di Mercedes Italia, specificando che tra le ragioni del successo «ci sono anche la capacità di innovare, un design moderno, soluzioni di stile e di tecnologia all’avanguardia, personalizzazioni illimitate, attenzione al comfort, alla sicurezza, all’ambiente, senza dire delle prestazioni, che nelle versioni AMG rappresentano il top». Confermato. Abbiamo guidato la Classe A 45AMG all’Hungaroring, ricavandone un’impressione esaltante.
Non solo per le prestazioni (0-100 in 4,2 secondi; 250 km/h la velocità autolimitata, 270 a richiesta), quanto per la facilità di guida in un contesto tanto impegnativo. Il 2.0 litri turbo da 381 cv/475 Nm regala una poderosa progressione, mentre il selettore sulla console centrale consente di scegliere vari settaggi, dal tranquillo Comfort (da uso quotidiano) al Race, passando per Sport e Sport+. Aggressiva quanto agile, l’auto sfrutta al meglio le sospensioni attive Ride Control e il sistema di trazione, che consente di ripartire la coppia tra asse anteriore e posteriore fino a 50/50. Formidabile anche il cambio a 7 marce doppia frizione automatico/sequenziale con paddles al volante. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino