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La stagione più buia. Per la Mercedes, il 2022 si è rivelato l'Annus Horribilis da dimenticare dopo 8 anni vissuti costantemente sulle vette più alte del Mondiale F1. Uno scivolone ci può stare, ma quello che ha coinvolto la W13 è una vera e propria valanga che ha travolto tutta la squadra. E la cosa pazzesca è che non si è mai riusciti a risolvere realmente il problema che ha coinvolto il telaio. La speranza di vincere almeno una gara prima della conclusione del campionato è sempre più lontana.
«La W13 soffre di un problema aerodinamico cronico e nonostante il nostro costante impegno per cercare di portare degli sviluppi che potessero migliorare il rendimento della monoposto, ormai abbiamo capito che si tratta di un inconveniente che ci porteremo dietro fino alla termine della stagione», ha cercato di spiegare il progettista Mike Elliott, specializzato in aerodinamica con trascorsi in McLaren dal 2000 al 2007, in Renault dal 2008 al 2011, e poi in Mercedes dal 2012. Dunque, un problema concettuale che non ha permesso di essere sbrogliato. Ma come è nato?
«Nei test di Montmelò pre-campionato, siamo stati sorpresi dall'effetto porpoising, qualcosa che ci ha portato a seguire alcune strade per attenuarlo. Questo però, ci ha impedito di identificare subito gli altri difetti della vettura che abbiamo scoperto troppo tardi. Bisogna anche considerare che il tempo a disposizione nei test e nelle libere è limitato e poi devi concentrarti esclusivamente sul weekend di gara».
«Con il pacchetto tecnico introdotto al GP di Spagna pensavamo di aver imboccato la direzione giusta, ma le due gare successive di Monaco e Baku sono state un pugno nello stomaco.
Il Gazzettino