Mercedes Classe G, il deserto s'inchina: nel Sahara al volante della Stella

La Mercedes Classe G salta su una duna della Tunisia
TUNISI - Il primo impatto con l'abitacolo è stato quasi deludente: arredi spartani ed essenziali, cruscotto di povertà inusitata, comandi ridotti al minimo sindacale, seppur...

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TUNISI - Il primo impatto con l'abitacolo è stato quasi deludente: arredi spartani ed essenziali, cruscotto di povertà inusitata, comandi ridotti al minimo sindacale, seppur arricchiti dai tre pulsanti per il bloccaggio (elettronico) dei differenziali collocati sul tunnel centrale. Poca roba, a fronte di un prezzo che sfiora i 74.000 euro e nel confronto con le opulente dotazioni alle quali ci hanno abituato le più recenti declinazioni della Classe G.


Solidità. Mistero presto svelato: a rappresentare il fuoristrada Mercedes per eccellenza nel raid tunisino organizzato dalla filiale italiana per mettere alla prova l'intera gamma dei Suv è stata scelta la versione Professional, quella adatta agli impegni più duri, la più vicina al modello per impieghi militari adottato da diversi eserciti del mondo. Una conferma che l'apparenza spesso inganna, visto che sotto il vestito apparentemente dimesso - ma praticamente indistruttibile - si celano un motore (il turbodiesel 3.0 cdi da 183 cv) e un cambio automatico a 5 marce con riduttore inseribile di recente concezione.

I pregi. Sugli interminabili sterrati che da Djerba portano verso l'interno valicando le prime propaggini dell'Atlante, la Classe G si è trovata perfettamente a proprio agio, affrontando i tratti più impegnativi a un ritmo che le più confortevoli e lussuose compagne di viaggio potevano sostenere solo per la necessità di viaggiare in convoglio. Una volta raggiunta l'oasi di Ksar Ghilane, porta d'ingresso per la sterminata distesa di dune del Grande Erg Orientale che si protende per circa 600 km fino al cuore dell'Algeria, la superiorità della G Professional è apparsa ancora più evidente: anche quando al volante c'erano i piloti meno esperti di sabbie profonde e delle loro insidie, la vettura ha cavalcato le dune senza la minima incertezza, a volte anche per soccorrere le più sussiegose «colleghe» ingloriosamente insabbiate.


I limiti. I rapporti di forza si capovolgono nel momento in cui, come nella lunga marcia di ritorno verso Tunisi, a prevalere sono le strade asfaltate, manifestandosi sia in termini di performance sia di comfort, visto che la robustezza a tutta prova della scocca incide sulla capacità di assorbimento delle asperità, soprattutto a velocità sostenuta. L'esperienza tunisina ha comunque confermato le convinzioni degli specialisti dell'avventura: la tecnologia serve, ma per affrontare senza problemi i percorsi più estremi e gli ambienti più ostili è bene farne un uso parsimonioso e oculato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino