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ROMA – Le monoposto di Formula E sono inutilmente in viaggio verso il Cile. I bolidi elettrici erano stati imbarcati all'inizio del mese, subito dopo i test di Valencia. A Santiago, la capitale, il 16 e 17 gennaio avrebbero dovuto svolgersi i primi due ePrix della settima stagione, il cui calendario è già stato stravolto. Per contenere la pandemia e, soprattutto, evitare la diffusione della nuova e ancora poco conosciuta “variante britannica” del Covid-19, il governo del paese ha disposto un nuovo giro di vite agli ingressi dal Regno Unito.
Poiché la metà delle 12 scuderie impegnate nel circuito a zero emissioni, che a fine campionato perderà sia Audi sia Bmw, ha sede Oltremanica la Formula E ha concordato con l'amministrazione cittadina di posticipare le gare cilene.
Poiché non è dato sapere fino a quando resteranno in vigore le restrizioni per chi arriva dal Regno Unito, non è chiaro se i due ePrix possano venire recuperati già prima del doppio evento in notturna in programma in Arabia Saudita il 26 e 27. I tempi sono stretti, anche perché organizzazione e scuderie devono mettere a punto la logistica. La Formula E ha promesso un aggiornamento in gennaio.
L'eventualità di soluzioni di “ripiego” come quella delle sei gare concentrate in pochi giorni all'ex aeroporto di Berlino lo scorso agosto è già stata presa in considerazione: a Valencia era fra i temi all'ordine del giorno. Nel frattempo sia le prove di Città del Messico (febbraio) sia quella cinese di Sanya (marzo) sono già slittate a “data da destinarsi”. Per il momento, la prova di Roma, che sarebbe il primo appuntamento europeo, resta ancora confermata. Il 10 aprile si dovrebbe correre almeno un ePrix.
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