La Red Bull ha finalmente trovato una seconda guida che sa vincere: Perez

Nella foto, Sergio Perez
Degli ultimi otto Gran Premi che la F1 ha disputato, due li ha vinti lui, Sergio Perez. E per di più con due monoposto diverse: con la Racing Point lo scorso anno si...

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Degli ultimi otto Gran Premi che la F1 ha disputato, due li ha vinti lui, Sergio Perez. E per di più con due monoposto diverse: con la Racing Point lo scorso anno si è imposto in una incredibile gara a Sakhir, con un recupero leggendario dall'ultima alla prima posizione dopo essere stato centrato da Charles Leclerc nel 1° giro, e con la Red Bull si è imposto da pilota esperto che è a Baku. Il team del magnate austriaco Dieter Mateschitz non riusciva più a trovare una seconda guida adeguata pescando dal proprio bacino di piloti Junior. Pierre Gasly prima ed Alexander Albon poi, avevano fallito. Ecco dunque, l'idea di guardare all'esterno, cosa che in Red Bull non facevano da tempo immemore, e senza indugio si è puntato su Perez. L'alternativa era Nico Hulkenberg.

Il messicano ha faticato nei primi Gran Premi ad adattarsi ad una monoposto costruita su misura per Max Verstappen, ma piano piano ha recuperato fiducia nella vettura portando punti pesanti alla Red Bull, fino a vincere alla sesta gara stagionale. Grazie anche a lui, il team di Milton Keynes ora guida con un buon margine di vantaggio sulla Mercedes il campionato costruttori. "È un valore aggiunto se perdi la tua vettura di testa e hai Checo lì pronto a vincere. È esattamente quello che cercavamo", ha rimarcato soddisfatto il team principal Christian Horner riferendosi a Perez, ora terzo nel mondiale piloti. Una soddisfazione che mancava dai tempi di Daniel Ricciardo quella di avere entrambi i piloti in grado di fare la differenza.  

"Ho finalmente capito come guidare la macchina", affermava soddisfatto Perez dopo aver siglato il miglior tempo nelle prove libere del venerdì. Un errore in Q3 gli è costato qualcosa in griglia, chiudendo settimo, ma con un gran ritmo e con una strategia azzeccata si è trovato alle spalle della RB16B gemella. E da lì è stato impeccabile, tenendo sotto controllo il diretto rivale Lewis Hamilton. Poteva essere doppietta Red Bull, ma il cedimento del pneumatico di Verstappen ha riscritto il film della corsa: Sergio si è fatto carico delle maggiori responsabilità e non ha fallito la missione, conquistando una vittoria preziosissima a livello personale, ma anche per gli equilibri del campionato.

"Non potevo perdere la gara a due giri dalla fine, così dopo la partenza, in prossimità della prima curva ho frenato più tardi possibile e ho visto Lewis bloccare e andare dritto", ha raccontato sul momento del restart decisivo, pur a corto di grip. "Abbiamo viaggiato al massimo dal primo giro e Lewis premeva dietro di me, non ho mai potuto respirare, è stata dura, ma siamo rimasti concentrati. Il team ha fatto un lavoro incredibile e voglio ringraziare Dieter Mateschitz per questa grande opportunità e per avermi dato il sedile". Fiducia ripagata.
 

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Il Gazzettino