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Max Verstappen ha già gettato la spugna: "Non vincerò il mondiale 2022", ha dichiarato in un momento di sconforto dopo il ritiro nel GP di Australia. Del resto, è comprensibile. La Red Bull-Honda è diventata la monoposto meno affidabile del Mondiale, un colpo di scena che non era assolutamente previsto nella sceneggiatura della stagione in corso e tanto meno dopo i test pre campionato. "Sono troppo distante dalla vetta e sarà molto difficile recuperare", ha poi aggiunto il campione del mondo in carica. E sì, Charles Leclerc domina dall'alto dei suoi 71 punti, Verstappen è sesto con appena 25 lunghezze guadagnate con merito con la vittoria a Jeddah. Ma nel suo ranking, vi sono due zero belli grandi che fanno soffrire non solo il pilota olandese, ma tutta la Red Bull: "Se vuoi vincere un titolo iridato queste cose non devono verificarsi", ha fatto sapere il team principal Christian Horner piuttosto abbacchiato.
In verità, tutto può ancora accadere in questo campionato.
Una cosa appare certa: le noie tecniche che hanno fermato in due Gran Premi su tre Verstappen e a Sakhir anche Sergio Perez, non sono imputabili alla power unit Honda, semmai come detto, alle inevitabili ripercussioni nell'utilizzo dell'etanolo che questo tipo di carburante ha sul processo di combustione. Materia che forse non è stata approfondita nel migliore dei modi dalla Honda nel corso del 2021 con simulazioni varie. Troppo impegnata a vincere il titolo nella battaglia contro Lewis Hamilton e la Mercedes, e anche a pensare al ritiro. Il costruttore giapponese infatti, ha ufficialmente lasciato la F1 al termine della scorsa stagione, ma continua ad offrire appoggio tecnico attraverso l'emanazione sportiva HRC. Forse troppo poco, come appare dai risultati attuali.
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