L’Italia parla anche con Tesla, “riscontri positivi”. Urso: «Tre le aziende cinesi che hanno visitato il nostro Paese»

Giorgia Meloni con Elon Musk
Stellantis non basta. Alle storiche fabbriche Fiat, il governo vuole affiancare un secondo produttore di auto. E questo potrebbe essere Tesla. Il ministro delle Imprese e del made...

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Stellantis non basta. Alle storiche fabbriche Fiat, il governo vuole affiancare un secondo produttore di auto. E questo potrebbe essere Tesla. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in un’audizione alla Commissione attività produttive della Camera ha parlato di un dialogo con l’azienda di Elon Musk che va avanti «da mesi». E che affianca quello con diverse aziende della Cina, non solo Byd, e di altri Paesi. L’obiettivo è arrivare a produrre in Italia un milione e 300 mila veicoli, tra auto e mezzi commerciali. È questa la soglia individuata dal governo come necessaria alle esigenze del mercato interno e delle oltre 5.500 imprese della filiera allargata della componentistica, che danno lavoro a un milione e 200 mila persone. In particolare sarebbero in corso approfondimenti con tre società cinesi di auto elettrica, che avrebbero visitato l’Italia, a seguito di una missione del ministero delle Imprese nel loro Paese, in vita di possibili insediamenti. Le opposizioni hanno accusato il ministro di «contraddizioni» nell’approccio all’ auto elettrica, con l’ex ministro Andrea Orlando (Pd) e la deputata Chiara Appendino (M5s) ha parlato di un «cortocircuito sconfortante» anche nei rapporti con la Cina, dopo l’addio alla via della Seta.

L’accordo a cui si sta lavorando con Stellantis - che Urso è fiducioso di chiudere prima dell’estate - mira a raggiungere nel giro di qualche anno una produzione di un milione di veicoli, dai circa 750 mila dello scorso anno. Vi è quindi, secondo il ministro, la necessità di «almeno» un secondo produttore. I nomi circolati sono il colosso cinese Byd, per un eventuale secondo stabilimento europeo dopo quello dell’Ungheria, come ha detto ieri l’amministratore delegato Michael Shu, ma anche Chery, Leapmotor, Toyota e, appunto, Tesla. «Abbiamo avviato interlocuzioni con produttori di vari Paesi, non soltanto orientali ma anche occidentali» ha detto il ministro, ricordando che nei giorni scorsi «in Germania hanno respinto un piano di espansione massiccia dell’impianto di assemblaggio europeo di Tesla e questo comporterà certamente una decisione del gruppo». «Stiamo avendo riscontri molto positivi ma si tratta di un processo in corso che richiede prudenza», ha aggiunto.

In favore dell’insediamento in un Paese europeo come l’Italia, gioca anche l’inchiesta della Commissione europea sui veicoli elettrici cinesi che potrebbe condurre a un aumento dei dazi. «Case automobilistiche che al momento non producono in Europa - ha detto Urso - guardano con interesse al nostro mercato consapevoli che, come ha indicato lo stesso presidente Draghi, che dovremo necessariamente tutelare il mercato interno dalla concorrenza». Intanto nella trattiva con Stellantis, il ministro ha registrato passi avanti: «Con le dichiarazioni degli ultimi giorni - ha detto - è cambiata un pò la narrazione del gruppo, ma non ci basta. Siamo un governo che guarda ai fatti».

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Il Gazzettino