Haas in imbarazzo per il sostegno economico dell'oligarca Mazepin. Test con livrea senza lo sponsor Uralkali e la bandiera russa

Nella foto, la Haas con lo sponsor russo
L'invasione della Russia in Ucraina ha i suoi primi effetti tangibili sulla Formula 1. Nell'ultima giornata di test a Barcellona, la Haas scenderà in pista con una...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L'invasione della Russia in Ucraina ha i suoi primi effetti tangibili sulla Formula 1. Nell'ultima giornata di test a Barcellona, la Haas scenderà in pista con una livrea completamente bianca, senza lo sponsor Uralkali e senza i colori che richiamano la bandiera russa. Si è creata una situazione certamente spinosa per la squadra americana, che nella sua nota ufficiale ha sottolineato: "Nikita Mazepin guiderà come previsto nella sessione del mattino, con Mick Schumacher a subentrare nel pomeriggio. In questa fase non saranno fatti ulteriori commenti sugli accordi con i partner".



È comunque lecito pensare che l'eventuale aggravarsi della situazione in Ucraina, con sanzioni economiche imposte alla Russia da parte di USA e Unione Europea, possa bloccare i rapporti fra Haas e Uralkali, azienda capitanata da Dmitry Mazepin, padre di Nikita, oligarca molto vicino al presidente Vladimir Putin. Se fosse così, non è da escludere che Mazepin possa perdere il sedile in vista dei prossimi test in Bahrain. Già oggi il pilota russo e il team principal Guenther Steiner erano stati dispensati dagli incontri con i media sul circuito di Montmelò, che sarebbero stati fonte di domande insidiose e al di là dell'attualità sportiva. Nel frattempo, Steiner e gli altri responsabili delle squadre si sono riuniti per discutere le conseguenze sulla F1 di questa situazione, assieme al presidente Stefano Domenicali: il principale tema sul tavolo è la regolare disputa della gara di Sochi, in calendario a settembre, e a cui il leader Vladimir Putin ha più volte presenziato.

Sebastian Vettel, in conferenza stampa, ha già dichiarato l'intenzione di voler boicottare il Gran Premio di Russia, a prescindere da quelle che saranno le decisioni di Liberty Media. Anche altri colleghi hanno preso posizione, seppur in modo meno netto: "Quando un Paese è in guerra non è corretto andarci a correre, questo è certo", ha affermato il campione del mondo Max Verstappen, mentre Pierre Gasly, via social, ha pubblicato un messaggio di sostegno all'Ucraina. Ma la voce più attesa sarebbe quella di Lewis Hamilton, come Vettel sempre attento alle questioni di rilevanza sociale.


La UEFA, l'organismo che governa il calcio europeo, è intanto già pronta a spostare la finale di Champions League da San Pietroburgo, sede designata il prossimo 28 maggio. Il club tedesco Shalke 04, come la Haas, ha rinunciato alla sponsorizzazione della compagnia petrolifera Gazprom. 

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino