Hydrogen Tour, il viaggio da Bruxelles a Napoli: tutto ok fino al confine, poi la Penisola in bisarca

La tappa fiorentina dell'HydrogenTour
NAPOLI - Per dimostrare il potenziale della mobilità a emissioni zero fondata sulla tecnologia fuel cell è stato organizzato l’Hydrogen Tour, un viaggio di...

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NAPOLI - Per dimostrare il potenziale della mobilità a emissioni zero fondata sulla tecnologia fuel cell è stato organizzato l’Hydrogen Tour, un viaggio di 1800 km da Bruxelles a Napoli, con tappe anche a Firenze e Roma, con due auto elettriche dotate di pile a combustibile: la Hyundai IX35 e la Toyota Mirai. Le auto hanno attraversato Belgio, Germania e Austria prima di arrivare a Bolzano, dove c’è l’unico distributore italiano.


A capo della spedizione il professore Angelo Moreno, presidente della Associazione Italiana Idrogeno. Il quale ha raccontato: «Da Bruxelles a Bolzano non abbiamo avuto problemi, in Europa ci sono già un centinaio di distributori attivi, tutti inseriti su un sito dal quale si può scaricare un’applicazione per lo smartphone che dà in tempo reale l’ubicazione e lo stato di funzionamento. I problemi li abbiamo avuti dopo Bolzano, in quanto nel resto d’Italia non esistono altri distributori e pertanto abbiamo dovuto appoggiaci ad alcuni centri di produzione d’idrogeno attrezzati con dispositivi provvisori». A dirla tutta, l’espediente non è bastato, ed è stato necessario ricorrere anche a un carro attrezzi per un piccolo tratto. D’altra parte il viaggio Bruxelles-Napoli si proponeva anche di rendere evidente il ritardo accumulato dall’Italia.

Una volta a Napoli, l’esibizione e i test sono stati allargati ad alcuni veicoli leggeri, due biciclette, uno scooter e una piccola biga con capacità di trasporto di 800 kg, tutti dotati di tecnologie a idrogeno realizzate da Atena Scarl nei laboratori del dipartimento di ingegneria dell’Università Parthenope guidato dal professore Elio Jannelli. Il quale è uno dei più entusiasti animatori del movimento pro celle a combustibile e ha già avviato rapporti di collaborazione sul fronte pubblico e privato.

Nel primo caso, ha coinvolto il vice sindaco di Napoli, Del Giudice, il quale ha annunciato che «l’amministrazione intende utilizzare la biga a idrogeno per lanciare la sfida ecosostenibile del trasporto merci. Con l’assessore ai Trasporti Calabrese stiamo immaginando anche la conversione di un vecchio filobus in veicolo a idrogeno per una linea di trasporto pubblico in città». Sul fronte privati, il rapporto di collaborazione è stato avviato con Adler, colosso della componentistica per l’automotive, il cui titolare Paolo Scudieri ha dichiarato di voler «avviare la produzione del primo scooter a idrogeno del mondo, sviluppando il prototipo messo a punto nei laboratori dell’Università Parthenope».


Per passare dalla teoria alla pratica, ovvero dal prototipo alla produzione e alla commercializzazione occorreranno almeno tre o quattro anni. Intanto il professore Jannelli afferma, con sicurezza: «Abbiamo tutte le condizioni per creare a Napoli la prima stazione di rifornimento a idrogeno del Sud. E se il Comune acquistasse bus a idrogeno, o riconvertisse i vecchi filobus, non sarebbe un problema rifornirli».
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Il Gazzettino