Ancora due anni e arriva il tridente. No, non parliamo della Maserati e del suo simbolo, ma dell’ingresso in Formula E dei tre grandi costruttori tedeschi di automobili...
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Perché anche nell’automobilismo, la prima regola è uguale a quella dei derby nel calcio: non prenderle dal tuo diretto avversario del tuo stesso paese. Fino ad oggi i quattro costruttori tedeschi di auto sportive si sono ritrovati tutti assieme in forma ufficiale in una competizione automobilistica una volta soltanto: a Le Mans nel 1999. E fu un episodio occasionale: Mercedes stava abbandonando la categoria (anzi, di fatto l’abbandonò a metà gara ritirando le proprie vetture perché manifestavano un difetto congenito); Audi invece stava timidamente muovendo i primi passi a Le Mans dove negli anni successivi vincerà per ben 13 volte; BMW era all’apice del successo e infatti vinse la 24 Ore, mentre Porsche aveva un ruolo defilato perché partecipava nella classe GT.
Dopo quell’unica volta, almeno a livello ufficiale, i grandi costruttori tedeschi non si sono mai più incontrati tutti insieme nella stessa competizione. Porsche ha maturato i suoi successi soprattutto nelle gare di durata vincendo 19 volte Le Mans, 11 volte la Targa Florio e conquistando 15 volte il mondiale Sport Prototipi dal 1969 al 2017.
Mercedes ha monopolizzato la F1 nell’era ibrida, negli ultimi quattro anni conquistando tutti gli otto titoli mondiali (Piloti e Costruttori) in palio e lasciando solo briciole agli avversari. BMW invece, dopo aver abbandonato la F1 nel 2008, si è costruita una notorietà nelle gare GT. Quanto a Audi, ha abbandonato nel 2016 Le Mans dopo aver vinto 13 volte sul circuito francese con ogni genere di motore: benzina, diesel e ibrido.
Ora i quattro i brand sportivi di lusso tedeschi si ritroveranno invece tutti assieme in Formula E dal 2020. Perché il richiamo e l’immagine della tecnologia elettrica e dell’energia innovativa è troppo forte per essere ignorato da un costruttore di automobili che vuole porsi all’apice dell’immagine tecnologica. Saggiamente i costruttori tedeschi hanno aspettato la prossima stagione, quando cambierà il regolamento della Formula E che liberalizzerà molte componenti elettriche e meccaniche dell’auto e i Costruttori potranno far valere di più l’apporto del proprio know-how tecnologico.
Dalla quinta stagione 2018/2019 verrà introdotta un’auto completamente nuova e ci sarà maggiore libertà di intervento e modifica sul motore, sull’inverter e sulla gestione della batteria. BMW è stata la prima ad annunciare il suo arrivo in Formula E, la scorsa estate. Ha già mezzo piede nella categoria perché appoggia da un paio d’anni il team Andretti Motorsport tanto che i piloti del team sono corridori sotto contratto BMW, come il portoghese Felix Da Costa e l’inglese Blomqvist. In più BMW fornisce da tempo la safety car ufficiale alla Formula E: il modello ibrido sportivo i8.
La scelta di Porsche di abbandonare l’Endurance per la Formula E sottolinea invece anche a livello di immagine la conversione all’elettrico, visto che nel 2020 lancerà la Mission E, la prima auto full electric di Stoccarda. Porsche però tarderà un anno rispetto a BMW ed entrerà in Formula E soltanto nella stagione 2019/2020.
Come farà anche Mercedes, l’altra new entry a sorpresa. A differenza di Porsche, Mercedes non ripudierà la Formula Uno ma sovrapporrà i due impegni. E chissà che non ci faccia una sorpresa: coincidenza vuole che il campione del mondo F1 2016 della Mercedes, Nico Rosberg, che un anno fa si ritirò dalle corse, si esibirà al volante di una Formula E nell’ePrix di Berlino del prossimo luglio. Potrebbe essere lui l’uomo di punta in Formula E del marchio tedesco.
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Il Gazzettino