Volpe (Nissan): «Il mio primo pensiero al mattino è far guidare la nostra monoposto a Oliver Rowland»

Tommaso Volpe (Nissan)
VALENCIA – Tommaso Volpe, il manager calabrese che dirige le operazioni di Nissan in Formula E, ha quasi un solo pensiero la mattina, quando scende dal...

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VALENCIA – Tommaso Volpe, il manager calabrese che dirige le operazioni di Nissan in Formula E, ha quasi un solo pensiero la mattina, quando scende dal letto: «Far guidare a Oliver la nostra monoposto», ammette davanti ai box del circuito Ricardo Tormo di Valencia dove la scuderia giapponese è stata la sola ad aver mandato in pista due debuttanti, fra i quali l'italiano Luca Ghiotto, nella sola sessione di test portata a termine finora, quella di martedì mattina. Oliver Rowland è il 31enne piota britannico che ha rinunciato a correre con la Mahindra a metà della scorsa stagione e che Volpe ha richiamato alla Nissan, con la quale aveva già corso in passato.

«Siamo stati sfortunati per certi versi – concede Volpe – ma vediamo cosa riusciamo ancora fare. La preoccupazione riguarda Oliver perché non ha potuto ancora veramente pilotare la nostra macchina e non guida una monoposto di Formula E da sei mesi. Per noi è una priorità metterlo al volante».

Però, almeno dal punto di vista della sicurezza, tutto sembra aver funzionato bene.

«Circa la sicurezza sono contento, sì. Non si è fatto male nessuno e questa è una buona notizia. Siamo potuti anche tornare ai box in temi relativamente brevi. Ma c'è della frustrazione perché siamo qui da tre giorni e continuiamo a non poter girare in pista».

La Formula E arriva a Tokyo, una potenziale passerella per Nissan.

«Se la passione dei tifosi ci trasferisse maggiore potenza probabilmente vinceremmo con ampio margine perché siamo la sola casa nipponica al via. Sarà spettacolare per noi, ma non solo: quello del Giappone è un grande mercato, ma è anche un grande palcoscenico per il motorsport».

Si torna a parlare della dodicesima scuderia, almeno nel 2025.

«Sarebbe interessante avere un costruttore in più per dare più forza alla narrativa della Formula E».

Sarebbe l'ottavo.

«Oppure il settimo con omologazione della vettura, dipenda come la si vede»

La Formula E sembra destinata a perdere Roma...

«Nel breve è un peccato perché era un appuntamento consolidato nel calendario e, tra l'altro, aveva caratteristiche che si adattavano alla nostra macchina. Ma se nel lungo termine verrà sostituita con un'altra sede interessante potrebbe perfino essere una ventata di aria fresca».

Hai in mente qualcosa?

«Rispetto ad altri paesi, in Italia la popolazione non è concentrata in poche città. Ci sono molte alternative, che per le ragioni più disparate, possono essere interessanti: dalla Motor Valley per via di certi marchi, a Torino, per via della storia dell'industria dell'auto, fino a Milano o al Nord Est. In Italia ci sono molte opzioni equivalenti».

Però?

«Se l'alternativa è andare in circuito per poter correre con le monoposto Gen 3 o Gen 4 allora la trovo meno interessante».

Obiettivi per il campionato?

«Da quando Nissan si è impegnata sempre di più nello sviluppo della macchina c'è stata una crescita. Abbiamo toccato il fondo in stagione 7 con il decimo posto e adesso stiamo tornando. Se riusciamo a raggiunge il quinto o il quarto posto possiamo dire di essere credibili se riteniamo di potere lottare per il titolo».

Potrebbe non essere facile.

«Sarebbe una bella storia e anche un piccolo gioiello organizzativo: sarei molto orgoglioso se centrassimo questo obiettivo».

La collaborazione con McLaren?

«Non è coinvolta direttamente nello sviluppo, ma il suo contributo è cruciale perché dà suggerimenti che vanno nella direzione giusta».

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Il Gazzettino