Fca, Agenzia delle Entrate contesta: sottostimata fusione con Chrysler. E chiede 1,5 mld di euro

La sede del Lingotto di Fca a Torino
MILANO - L’agenzia delle entrate ha contestato a Fca di aver sottostimato le attività americane di Chrysler per 5,1 miliardi di euro. Mentre Fca si prepara a fondersi...

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MILANO - L’agenzia delle entrate ha contestato a Fca di aver sottostimato le attività americane di Chrysler per 5,1 miliardi di euro. Mentre Fca si prepara a fondersi con Psa emerge una controversia tra il gruppo e il fisco che riguarda la ristrutturazione di ottobre 2014, dopo l’acquisto di Chrysler. Il contenzioso era peraltro stato segnalato nella trimestrale al 31 ottobre. PSA è dunque a conoscenza dell’audit fiscale e, secondo fonti vicine al dossier citate da Bloomberg, non si aspetta che ciò danneggi o ritardare la fusione. L’operazione con Chrisler, secondo un rapporto di audit citato da Bloomberg, ha innescato la cosiddetta ”tassa di uscita” sulle plusvalenze realizzate quando le società spostano attività al di fuori del paese».


All’epoca l’Italia aveva un’aliquota d’imposta del 27,5% circa, che farebbe ipotizzare di dover pagare 1,5 miliardi, anche se i negoziati con l’Agenzia delle Entrate (che per fine anno dovrebbero concludersi) potrebbero ridurre l’importo da pagare, come ritiene probabile l’azienda. Fca infatti ha dichiarato che gli asset di Chrysler valevano meno di 7,5 miliardi di euro mentre il Fisco italiano stima 12,5 miliardi. Fca, da parte sua, sottolinea di non condividere «affatto le considerazioni contenute in questa relazione preliminarè dell’Agenzia delle Entrate e di aver «fiducia nel fatto che otterremo una sostanziale riduzione dei relativi importi». «Va inoltre rilevato - prosegue un portavoce del gruppo - che qualsivoglia plusvalenza tassabile che fosse accertata sarebbe compensata da perdite pregresse, senza alcun significativo esborso di liquidità o conseguenza sui risultati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino