NEW YORK - Fca prova a voltare pagina e a lasciarsi alle spalle negli Stati Uniti il caso del diesel. La casa automobilistica ha raggiunto un accordo per risolvere i contenziosi...
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L’annuncio non appesantisce i titoli Fca in Borsa, che chiudono a Piazza Affari in rialzo dello 0,79% mentre salgono a Wall Street dello 0,89%. «Il Dipartimento di Giustizia è impegnato al rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente nel nostro paese. Fiat Chrysler ha infranto queste leggi e questo dimostra che ci sono forti sanzioni per le aziende che si impegnano in tali violazioni» afferma Jesse Panuccio, del Dipartimento di Giustizia americano. «Gli standard sulle emissioni della California esistono per proteggere i cittadini e l’ambiente. Fca ha cercato di aggirarli installando un software per ingannare i test. La società non solo ha violato la legge e la nostra fiducia, ma lo ha fatto a spese dell’ambiente» aggiunge il procuratore generale della California, Xavier Becerra. Gli accordi raggiunti da Fca riguardano le «autorità federali e statali» ma anche una class action privata. La casa automobilistica pagherà circa 400 milioni di dollari in sanzioni civili, mentre altri circa 400 milioni sono per i consumatori e la class action patteggiata: in media ognuno dei titolari delle auto finite nel mirino delle autorità americane riceverà 2.800 dollari. Nell’ambito delle intese siglate, Fca condurrà anche «una campagna di richiamo per l’aggiornamento del software di controllo delle emissioni su circa 100.000 Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee».
«Siamo consapevoli dell’incertezza che questa vicenda ha creato per i nostri clienti, e confidiamo che questa soluzione preservi la fiducia che ripongono in noi» afferma Mark Chernoby, Head of North American Safety and Regulatory Compliance. «Abbiamo implementato nuove e rigorose procedure di validazione e aggiornato i nostri programmi di formazione al fine di garantire la continua osservanza del sempre più complesso contesto normativo» assicura ancora Chernoby. Il raggiungimento delle intese è un importante passo in avanti per Fca. Ma - precisa il Dipartimento di Giustizia - gli accordi «non risolvono alcuna delle potenziali responsabilità penali». Il Dipartimento di Giustizia ha fatto causa a Fca nel maggio del 2017. L’azione legale seguiva l’inasprimento dei controlli americani sul mercato del diesel dopo lo scandalo del dieselgate di Volkswagen, costato alla casa automobilistica tedesca più di 25 miliardi di dollari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino