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Il mondo della Formula 1 lo ricorderà sempre come il “pilota gentiluomo” per i modi signorili ed eleganti. A 73 anni e dopo una lunga lotta con il morbo di Parkinson, se n’è andato Patrick Tambay. Nei suoi dieci anni nel Circus ha guidato anche McLaren, Ligier e Renault, ma sono state le due stagioni al volante della Ferrari - che lo ingaggiò per sostituire lo scomparso Gilles Villeneuve - a dargli le maggiori soddisfazioni sportive: la prima pole position, il primo podio, le due vittorie, rimaste le uniche nonostante le 114 partenze in un Gran Premio. A maggio del 1982 Villeneuve era morto a Zolder e Maranello aveva bisogno di qualcuno che prendesse il suo posto. Coì a giugno, nonostante fosse ritenuto a fine carriera, Tambay salì sulla Rossa (la 126 C2).
A bordo della vettura per lui sconosciuta colse il primo podio (terzo in Gran Bretagna) e la prima vittoria (in Francia).
Dopo la Ferrari passò alla Renault, dove ottenne solo una pole position, chiudendo 11/o nel campionato del mondo 1984 e 12/o nel 1985. Nel suo curriculum anche due vittorie del CanAm North American Championship (1977 e 1980), quattro presenze alla 24 Ore di Le Mans - con il suo miglior risultato un quarto posto al volante di una Jaguar, nel 1989 - e due terzi posti (1988 e 1989) alla Parigi-Dakar. Chiusa la carriera, era diventato una delle voci della Formula 1 dai microfoni di Canal Plus, RMC, La Cinq o Motors TV, canale tematico fondato con l’amico Jean-Luc Roy.
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