Di Grassi (Audi): «Rimonta? Con sette gare è ancora tutto possibile»

Lucas Di Grassi, è campione del mondo in carica con l'Audi
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PUNTA DEL ESTE - Pochi sanno che il campione in carica della Formula E, il 33enne brasiliano Lucas Di Grassi, pilota ufficiale Audi, possiede anche un passaporto italiano. La famiglia di Di Grassi è di origini pugliesi e Di Grassi oltre al nostro passaporto, di italiano possiede anche un certo inguaribile ottimismo. Quest’anno, che partiva con i favori del pronostico dopo il grande sforzo tecnico profuso da Audi durante la pausa autunnale del campionato, è stato bersagliato da tanti guai tecnici; praticamente ha concluso una sola corsa delle cinque gare disputate. Ed è anche finito lontano dai primi, in nona posizione. Perciò Di Grassi, in classifica generale assomma appena 3 miseri punticini contro gli 81 del leader, il francese Vergne. Eppure non si sente tagliato fuori dalla lotta per il titolo della Formula E.


«Il campionato è ancora aperto: siamo appena a metà stagione. Certo, mi rendo conto che il distacco dai primi è enorme, ma ora che le cose tecnicamente si sono messe a funzionare bene, perché arrendermi prima di lottare? Finché la matematica mi offre una speranza, io e tutta la squadra Audi ci batteremo per vincere il titolo. Mancano ancora sette gare, ci sono ben 175 punti in palio: la rimonta non è un obiettivo impossibile. Il mio piano per rimettermi in corsa è semplice: vincere tutte le gare. A cominciare da questa gara in Uruguay. Cercherò di correre alla giornata puntando sempre all’obiettivo più importante. Poi a fine stagione farò i conti e vedremo se sarà bastato».

Cosa ti rende così fiducioso dopo i tanti guai delle prime corse?
«Il fatto che la mia monoposto Audi F04 ora sia davvero competitiva. Abbiamo superato le difficoltà tecniche di inizio stagione dove siamo spesso stati fermati in prova o in corsa da un guasto all’inverter (il componente del motore elettrico delle Formula E, nda). E poi questa in Uruguay è la prima gara che potrò disputare senza essere svantaggiato dalle penalità».

Quali?
«Ad esempio quella che mi ha frenato nell’ultima corsa in Messico. Là avevo fatto il 12° tempo in qualifica, ma poi per la sostituzione dell’inverter ero stato penalizzato di dieci posizioni e sono dovuto partire ultimo. Poi in gara mi hanno attribuito altri 5 secondi di stop&go che facevano parte della stessa penalità delle prove. Nonostante quello, sono riuscito a risalire fino al 9° posto superando undici concorrenti con tanti sorpassi. Per cui sono fiducioso per questa gara: se il week end si rivela senza imprevisti, si potrà sperare in un bel risultato».

Quindi la tua monoposto è tornata competitiva?

«In cinque gare ho compiuto tre volte il giro più veloce in corsa, quindi la macchina si è sempre dimostrata rapida; adesso sembra che abbiamo finalmente superato i problemi di affidabilità. L’anno scorso ho vinto il campionato con grande fatica perché avevo un’auto che non era la migliore; avessi avuto nel 2017 la monoposto di quest’anno, avrei dominato molto più facilmente. Ora che i guai sono alle spalle, si tratta di raccogliere i frutti del tanto lavoro di sviluppo fatto».
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Il Gazzettino