Lucio Dalla, da vero appassionato, ci avrebbe scommesso. Il suo "motore del duemila" non è quello del 2016 e la Formula Uno si ritrova invece nelle stesse secche raccontate nella...
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Nella massima formula targata Bernie Ecclestone, un futuro di competitività e nuovi regolamenti capaci di esaltare anche lo spettacolo sportivo vengono in secondo piano rispetto alla burocrazia delle clausole contrattuali da rispettare, delle caselle da riempire, dell numero di monoposto "almeno marcianti" da garantire al via di ogni gran premio. Una notizia, non più una opinione, a tratti un profondo imbarazzo perfino per gli addetti ai lavori.
«I rumors dicono che la Ferrari non darà i motori alla Red Bull nel 2016, la vedremo al via il prossimo anno? Tutto sarà risolto, l'unico problema è quello del motore ma credo che sarà risolto e tutto sarà apposto. La presenza della Red Bull sarà positiva per la F1, hanno fatto molto bene. Avremo quindi sicuramente 22 macchine la prossima stagione». Ecclestone finalmente dice la sua sulla situazione della scuderia Red Bull, non un nome di primo piano, ma team campione del mondo costruttori e piloti, con Sebastian Vettel, dal 2010 al 2013, oggi in rotta con il suo fornitore motoristico Renault, accusato apertamente di aver fornito propulsori di scarsa qualità e potenza.
Alternative possibili? I sei cilindri turbo Mercedes o Ferrari, a quanto pare entrambi non disponibili, consigliando il proprietario Dietrich Mateschitz addirittura a minacciare l'addio al Circus. «Non si è mai disamorato della F1, vuole solo trovarsi una posizione nella quale può essere competitivo ed è quello che accadrà», la puntualizzazione di Ecclestone. Una arrampicata sugli specchi smentita dai fatti.
Dopo l'avviso di Niki Lauda, presidente della scuderia, oggi anche il team principal Toto Wolff ha confermato che Mercedes non intende motorizzare le vetture Red Bull nella prossima stagione, a nessun titolo: «Al 100% non daremo loro i motori». Per la squadra di Mateschitz resterebbe aperta una seconda opzione, ovvero la fornitura proveniente da Ferrari, ma ancora una volta il paradosso.
Ricordiamo che la Red Bull annovera tra le sue fila Adrian Newey, progettista principe e geniale a lungo corteggiato da Maranello e considerato senza mezzi termini l'inventore della Formula Uno moderna. Il cavallino potrebbe al limite non fornire le sue power-unit al massimo del suo sviluppo, ma una variante B a potenza ridotta, ipotesi questa inaccettabile da Red Bull. D'altro canto, per Maranello, fornire un prima scelta sarebbe un profondo rischio nella strategia di Sergio Marchionne per un rapido ritorno al doppio titolo mondiale. Ed ecco infatti che il magazine tedesco Auto Motor Und Sport rilancia una indiscrezione secondo cui neppure la Ferrari sarebbe realmente intenzionata a fornire i motori alla Red Bull. L'emittente britannica Sky Sports parla di «approfonditi colloqui» fra il team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, e Bernie Ecclestone, ma il cerchio continua a non chiudersi.
L'ultima ipotesi sul tappeto, quella alla fine perfino più probabile, sta nell'accedere ai propulsori Honda che equipaggiano la McLaren, considerati però da tutti ad un livello di prestazioni totalmente inadeguato alla categoria.
Il Gazzettino