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PARIGI - È una storia di successo quella che abbiamo potuto rivivere “incontrando” in collegamento video con Parigi Xavier Martinet, responsabile Marketing, Vendite e Operazioni del brand Dacia. Un marchio che, anticipando i tempi di un mercato in rapida evoluzione secondo le linee del piano strategico Renaulution disegnato da Luca De Meo, numero uno del gruppo Renault. Smessi i panni, ormai diventati troppo stretti, del “low cost” che ne aveva accompagnato l’inserimento nel gruppo francese, Dacia ha imboccato la strada di una mobilità concreta ed essenziale, che rinuncia ai gadget spesso inutili, ma non accetta compromessi sul piano della qualità, garantita dall’accesso alla ricca ed evoluta “banca degli organi” della Losanga. Più che di un cambiamento, si è trattato di un’autentica rivoluzione che ha trovato espressione nel nuovo frontale delle vetture, la cui spiccata personalità è stata molto gradita dalla clientela, e nella modifica dell’immagine di marca che ha coinvolto finora 1.000 punti vendita in oltre 30 Paesi (100 dei quali in Italia).
Tra questi, 750 siti della rete primaria sono già passati alla nuova “brand identity” al ritmo di tre siti per ogni giorno lavorativo.
L’ibrido plug-in è invece plausibile per il prossimo passaggio “storico” del marchio: l’esordio nel Segmento C la cui clientela, generalmente accreditata di superiori risorse economiche, potrebbe dare ulteriore impulso al business. A guidare il “salto di categoria”, aprendo la strada ad altri successivi prodotti, sarà il Bigster, un Suv realizzato sulla stessa piattaforma che consente lunghezze comprese tra 4 e 4,6 metri, proprio la misura del concept che ne ha anticipato le fattezze. Nelle concessionarie arriverà nel 2025, ma il debutto pubblico potrebbe coincidere con il Salone di Parigi in programma nel prossimo ottobre.
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