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Continua a salire il prezzo dei carburanti con la benzina verde ed il diesel che rivedono i massimi registrati da oltre un anno. La pressione rialzista sulle quotazioni del petrolio - complice il cyber attacco all'oleodotto statunitense Colinual Pipeline in aggiunta alla ripresa dell'attività economica con il piano vaccinale e all'allentamento delle restrizioni che fanno prefigurare anche una ripresa dei viaggi con l'arrivo della stagione estiva - ha portato il greggio Wti a viaggiare stabilmente sui 65 dollari al barile. Si tratta di rincari che hanno spinto la benzina verde nella settimana compresa tra il 3 ed il 9 maggio scorsi, a portarsi in media a 1,588 euro al litro e il diesel a 1,447 euro al litro. In entrambi i casi si tratta del massimo messo a segno da oltre un anno: esattamente per la benzina da gennaio 2020 e per il gasolio da febbraio dello scorso anno.
Per i consumatori è una "stangata".
Ma sul prezzo della benzina pesa per circa due terzi la componente fiscale. Secondo gli ultimi dati di Unem, tra Iva e accise le tasse valgono poco più di un euro su un costo complessivo di 1,58 euro a litro. Al netto delle tasse, rileva l'Unione energie per la mobilità, il prezzo italiano è inferiore alla media europea di 3-4 centesimi. "Chiediamo al Governo Draghi di intervenire sull'abnorme tassazione che vige sui carburanti - denuncia Assoutenti - perché è intollerabile che oggi su un litro di benzina ogni automobilista paghi quasi il 64% di tasse (il 60,7% sul gasolio) a causa di Iva e accise che nessun Governo ha mai avuto il coraggio né di tagliare, né di sterilizzare quando si verificano forti rialzi delle quotazioni".
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