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Autostrade più care nel 2024: secondo quanto deciso dal consiglio dei ministri l’aumento delle tariffe sarà adeguato all’aumento dell’inflazione prevista dalla Nadef per il 2024, cioè del 2,3%. Di fatto, per proteggere le entrate dei concessionari autostradali, si applica un meccanismo simile alla vecchia scala mobile, ma varrà solo fino a fine marzo 2024: poi le tariffe saranno decise dai Piani economico-finanziari che le società non sono ancora riuscite a produrre. Intanto le organizzazione dei consumatori sono in rivolta, e dicono no alla decisione del governo: i rincari «sono ingiustificati e favoriscono solo gli utili dei gestori privati autostradali», attacca Assoutenti, che chiede al Parlamento di «votare contro» la norma del Milleproroghe. «Invece di aumentarli i pedaggi dovrebbero essere diminuiti come forma di indennizzo a fronte dei gravi disservizi registrati sulle autostrade nel 2023», tuona il Codacons. Da qui la richiesta al al Garante dei prezzi di intervenire. L’aumento dei pedaggi - attaccano le organizzazioni dei consumatori - andrà ad aggravare la stangata che colpirà tutti con il nuovo anno, «dopo le assicurazioni per le auto (aumento di quasi l’8%), i costi telefonici e la fine del mercato tutelato del gas»: «Tutte voci che riaccenderanno l’inflazione e ridurranno la capacità di spesa».
Da parte di Autostrade per l’Italia si fa notare che è dal 2018 (cioè dal crollo del Ponte Morandi) che la concessionaria non applica aumenti tariffari, salvo alcuni rincari autorizzati per singole tratte con un decreto interministeriale a firma Salvini-Giorgetti nel 2023.
Il Gazzettino