Anfia, tracollo produzione auto in aprile. Meno di 500 auto prodotte nel mese, indice praticamente azzerato

Una fabbrica auto
TORINO - Ad aprile 2020, secondo i dati Istat, la produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme registra un calo dell’85%, mentre chiude i primi...

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TORINO - Ad aprile 2020, secondo i dati Istat, la produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme registra un calo dell’85%, mentre chiude i primi quattro mesi del 2020 a -36,9. La fabbricazione di autoveicoli è in flessione del 98,4% ad aprile 2020 rispetto ad aprile 2019, mentre diminuisce del 42,5% nel quadrimestre; quello della fabbricazione di carrozzerie per auto, rimorchi e semirimorchi cala del 73,1% nel mese e del 39,4% nel cumulato e quello della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori diminuisce del 75,4% nel mese e del 33,4% nel cumulato.


Secondo i dati Anfia, ad aprile la produzione di auto in Italia conta 400 unità, oltre il 99% in meno rispetto ad aprile 2019. La produzione nei primi quattro mesi si riduce così del 45% rispetto allo stesso periodo del 2019. «Il tracollo della produzione dell’industria auto in Italia ad aprile, primo mese a essere interessato per intero dai provvedimenti di contenimento della pandemia - osserva Gianmarco Giorda, direttore dell’Anfia - era prevedibile, ma non per questo colpisce di meno. Meno di 500 autovetture sono state prodotte nel mese e l’indice della produzione di auto si è praticamente azzerato (-98,4%) e chiude il quadrimestre a -42,5%, mentre quello relativo alla produzione di componenti si è ridotto di tre quarti nel mese e del 33,4% nel quadrimestre: numeri che parlano da soli dell’eccezionale gravità della situazione».

Giorda sottolinea la necessità di «sbloccare la domanda con incentivi al rinnovo del parco e indirizzati anche allo smaltimento delle centinaia di migliaia di veicoli in stock. Occorre anche lavorare, industria e istituzioni, a un piano strategico di medio-lungo periodo, per rilanciare il comparto automotive nella transizione verso le nuove tecnologie».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino