Addio a Nestore Morosini, grande innamorato dei motori. Una firma “di prestigio” per F1 e auto di serie

Nestore Morosini
ROMA - Nestore Morosini, 83 anni, si è spento a Milano. Grande giornalista del mondo dei motori e gioviale interlocutore ha raccontato per tanti anni - con competenza,...

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ROMA - Nestore Morosini, 83 anni, si è spento a Milano. Grande giornalista del mondo dei motori e gioviale interlocutore ha raccontato per tanti anni - con competenza, curiosità e un linguaggio capace di incantare il lettore - il mondo del calcio e dello sport, poi quello della Formula 1 e dei motori. In quest’ultimo ambito (in cui era noto per non leggere mai luna cartella stampa) mise la sua competenza a disposizione dei lettori, arrivando a metà degli Anni ‘90 a creare il Corriere Motori. Proprio per la sua simpatia e capacità di conquistare gli interlocutori riusciva a realizzare interviste altrimenti impossibili, e a svelare così caratteri, curiosità e segreti del mondo dello sport e dell’industria automotive.

«Il segreto di Nestore - scrive Daniele Dellera, suo collega al Corriere della Sera e ora capo dello Sport - era che in ogni sua azione, in ogni suo pezzo, ci metteva il cuore». Uno dei suoi ultimi pezzi, pubblicato in maggio nel sito Autologia, racconta meglio di ogni altra parola Nestore Morosini. È la cronaca di un suo confronto telefonico con Enzo Ferrari, sull’argomento Villeneuve. 7 aprile 1979: Gilles Villeneuve strapazzò tutti in qualifica e conquistò una fenomenale pole position a Long Beach, nel gran premio USA Ovest. Mi misi alla macchina per scrivere sprofondando nella gioia di costruire un’aureola intorno all’aviatore. Gilles di qua, Gilles di là. Avversari strapazzati di qua, avversari strapazzati di là. E via così, per una intera colonna di giornale. Soddisfatto del mio lavoro, andai a cena e poi a dormire, al solito Queen’s Way Hilton. Verso le cinque di mattina il trillo del telefono mi fece sobbalzare nel letto: driiin, driiin, driiin. Alzai la cornetta. «Pronto», dico. Dall’altro capo la voce del Drake: «Sono Ferrari».

«Buongiorno ingegnere», mormorai biascicando un pò le parole. Risposta: «A parte che ormai qui è cominciato il pomeriggio, caro Morosini posso farle una domanda?». Io: «Prego ingegnere, dica pure». E il Drake: «Ho letto con estremo interesse il suo articolo, bello, ben scritto. Però, mi spieghi una cosa: Gilles con che cosa ha fatto la pole position, con una bicicletta?». Restai muto, col telefono in mano. Sentii il tutututuuuu della comunicazione interrotta. Allora mi alzai, presi i fogli con l’articolo scritto, lessi. E capii cosa volesse dire il Drake. In tutto l’articolo non c’era una sola volta la parola Ferrari, nella foga di esaltare Gilles mi ero dimenticato la macchina. Chiamai Maranello, la Giuliana mi passò il «capo» e io mi cosparsi la testa di cenere. Sentii un risolino ironico e poi la voce di Ferrari disse: «Caro Morosini, speriamo che con la mia bicicletta Gilles vinca la corsa». Gilles la vinse. 

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Il Gazzettino