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«Hanno distrutto decine di case e palazzi in cui c'erano dei civili. Famiglie, bambini. Non hanno avuto pietà» raccontano a Zaporizhzhia. Il paradosso è che Putin sta bombardando la Russia. La regione di Zaporizhzhia è stata teatro di uno dei quattro referendum-farsa per i quali il Cremlino ha proclamato unilateralmente l'annessione.
Eppure, l'esercito russo non controlla tutti questi territori (tra l'altro non ha mai chiarito quali siano i confini di queste regioni che ora farebbero parte della Federazione). E Zaporizhzhia, 800mila abitanti, conosciuta anche perché in quella regione c'è la centrale nucleare più grande d'Europa che i russi hanno sottratto agli ucraini e per i quali i rischi sono altissimi, sta diventando una nuova città martire, come già era successo a Mariupol. Nelle ultime settimane è stata raggiunta dai missili in varie occasioni, già all'inizio della settimana scorsa un attacco aveva causato una ventina di vittime, ma altri ce n'erano stati in precedenza. E nella notte tra venerdì e sabato ci sono stati dei violenti bombardamenti, i russi hanno lanciato ancora missili che hanno causato di nuovo morte e distruzione. Molti civili sono rimasti intrappolati sotto le macerie dei palazzi distrutti, si è scavato per salvarli.
STRAGE
Il bilancio iniziale, diffuso dal consiglio comunale della città, parlava di 17 morti; ieri sera quella cifra è stata ritoccata al ribasso da fonti governative, ma successivamente da Zaporizhzhia è stato ribadito che purtroppo il dato più alto è quello corretto.
Eppure, l'orrore di questa guerra non è limitato solo a Sud, alla città di Zaporizhzhia bombardata senza risparmiare obiettivi civili. Nella regione di Sumy, a Nord Est, è stato segnalato che un drone ha lanciato una bomba nel parcheggio vicino a un negozio. Una donna di 41 anni, madre di tre figli, è stata uccisa. E se è vero che l'esercito ucraino sta guadagnando terreno e recuperando villaggi che erano stati presi dai russi sia a Est sia a Sud, sono segnalati anche combattimenti cruenti a Bakhmut, nel Donetsk, dove invece i russi stanno facendo progressi. A Lyman, una delle cittadine in cui gli ucraini sono riusciti a cacciare l'esercito di occupazione, si sta lavorando anche per comprendere meglio gli orrori compiuti. Si sta scavando per recuperare i cadaveri trovati nelle fosse comuni. Sono stati recuperati i primi venti corpi, secondo i testimoni tra le vittime c'è una famiglia con due bambini piccoli.
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Il Gazzettino