Mai come in questi giorni anche le Borse seguono le mosse delle compagnie aeree. Come seguono gli annunci da parte dei governi sulle prossime riaperture dei confini. Nel tardo...
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Coronavirus, diretta: 350mila morti nel mondo: il Brasile secondo per numero di contagi
Turismo, l'Europa riapre così: dalla Spagna alla Grecia (e anche Easyjet torna a volare)
Si scommette sull'apertura, dunque. Tuttavia le cose non sono così lisce, basti pensare che la Spagna lavora per «riaprire» l'attività turistica da luglio. Si spera che nelle prossime due-tre settimane la situazione dei contagi in tutti i paesi sarà più chiara: per ora resta l'intesa tra i governi dell'area Schengen di revocare i controlli alle frontiere da metà giugno. Venerdì si riuniranno i ministri degli Esteri e faranno il punto anche sul fronte viaggi e turismo. La decisione è molto attesa in Italia. Lo scorso fine settimana a Venezia, anche se solo per poche ore, si sono registrate le prime code sul Ponte di Rialto proprio mentre Piazza San Marco tornava a fare da sfondo per i selfie dei viaggiatori. Con mascherina e occhio vigile per le distanze, gli italiani sembrano infatti pronti a riscoprire le bellezze del BelPaese e, prenotando la propria stanza d'albergo.
LE PRENOTAZIONI
Al momento però le strutture ricettive sono ancora vuote e soffrono dell'impossibilità per i cittadini di superare i confini della propria regione di residenza. Una limitazione che dovrebbe cadere a partire dal 3 giugno. La Federalberghi di Verona prevede di riempire il 14% delle stanze nei prossimi due mesi. Centinaia di chiamate hanno invece risvegliato l'entroterra ligure, sopratutto nella Val Trebbia tra Genova e Piacenza. Lo stesso vale per trulli e masserie pugliesi, per le strutture della riviera romagnola o per gli alberghi della laziale Sabaudia. C'è però bisogno che dal 15 giugno si riaprano davvero le frontiere europee trasformando una giornata qualsiasi in un «D-day per il turismo» come l'ha definita ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Una data spartiacque, soprattutto per città come «Roma, Firenze, Milano o Napoli» che basano il proprio mercato turistico sui viaggiatori stranieri. Come spiega Roberto Necci, presidente del centro studi di Federalberghi Roma: «L'incidenza del fatturato non italiano sugli alberghi della Capitale è dell'80% per cui a noi non basta la mobilità regionale».
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Il Gazzettino