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Dopo il bombardiere B-52 dell'Usaf ecco un altro veterano schierato negli scenari dell'aggressione russa all'Ucraina: da qualche giorno dalla base inglese di Waddington della Raf decollano a turno i tre Boeing RC-135W Rivet Joint per la sorveglianza e la guerra elettronica. Manca solo, per completare il trio dei più attempati modelli di velivoli in azione in questi giorni in campo occidentale, l'aereo spia U-2, che essendo appunto tale non si farebbe certo notare se fosse utilizzato anche in questa crisi. L'età di un aereo è comunque relativa e non è legata alla sua efficienza e alla sua efficacia, visto che periodicamente ogni parte di esso viene revisionata, sostituita o cambiata con elementi più moderni e in linea con i progressi della tecnologia. Ecco allora in servizio le ultime versioni di questi ultrasessantenni frequentarori dei cieli che hanno attraversato in pratica tutti i conflitti seguiti alla seconda guerra mondiale.
Così gli aerei della Nato spiano le mosse dei russi
Come il B-42 Stratofortress, anche i Rivet Joint hanno le mostrine della guerra del Vietnam, dell'invasione di Grenada e di Panama, dei conflitti in Medio Oriente (Desert Storm e Iraqi Freedom) e nei Balcani.
La rotta più o meno sempre quella dopo il decollo dall'Inghilterra del Nord: Mare del Nord, Olanda, Germania, Polonia, puntate sulle repubbliche Baltiche e poi via al "bordeggiamento" del confine dell'Ucraina anche con Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldavia. Confine che, anche a quota 15mila metri (massima tangenza del velivolo lungo 45 metri) non viene mai oltrepassato per non causare la reazione dei caccia russi.
Ma qual è il compito di questa versione della grande famiglia Boeing RC-135 entrata in servizio nel 1960 e che può essere rifornita in volo per estendere le oltre 4 ore di autonomia (oltre 6mila chilometri)? Detto che i modelli Airseeker della Raf in forza alla Nato sono stati consegnati appena l'anno scorso e che gli altri paesi ad utilizzarli sono gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, bisogna immaginare che ogni spazio nella fusoliera e nelle ali è imbottito di attrezzature elettroniche costantemente rinnovate. Anche senza addentrarsi nell'Ucraina, da quella quota e con queste attrezzature è possibile tenere sotto controllo gran parte dello scenario bellico con radar e apparercchiature a infrarossi: da quelle consolle affiancate, in cui gli operatori, un trentina, sono spalla a spalla, vengono controllate immagini, echi elettronici e comunicazioni radio. Si possono quindi coordinare le attività di altri aerei, delle truppe a terra e in mare. Si possono individuare cyberattacchi e anche orchestrarli. Spesso, durante i sorvoli, i Rivet Joint sono scortati da una coppia di caccia, in questi giorni Eurofighter o F35.
Un Rivet Joint della Usaf
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