Brasile, segregata in casa per 20 anni con le catene: liberata dalla polizia. Arrestata la mamma

Vittima, una donna di 39 anni, liberata dalla polizia nello stato di “Espirito Santo” (Brasile) e ora collocata in una struttura protetta e sottoposta alle cure mediche

Brasile, segregata in casa per 20 anni con le catene: liberata dalla polizia. Arrestata la mamma
Per oltre 20 anni ha vissuto segregata in casa dalla famiglia, rinchiusa in una sorta di cella al freddo, incatenata mani e piedi e vessata quotidianamente. Vittima, una donna di...

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Per oltre 20 anni ha vissuto segregata in casa dalla famiglia, rinchiusa in una sorta di cella al freddo, incatenata mani e piedi e vessata quotidianamente. Vittima, una donna di 39 anni, liberata dalla polizia nello stato di “Espirito Santo” (Brasile) e ora collocata in una struttura protetta e sottoposta alle cure mediche. Il comandante Carlos Braga ha raccontato alla tv nazionale che giovedì scorso hanno fatto irruzione nella casa di Rosinalva da Silva, e l’hanno trovata in una cella buia e sporca, chiusa con lucchetti, «le mani e i piedi incatenati». L’operazione, filmata dagli agenti, racconta tutto il dramma di questa donna che all’inizio dei fatti aveva solo 19 anni. Nel video (oltre alla gabbia in cui ha vissuto) si vede Rosi scortata fuori di casa mentre in mano stringeva ancora una delle catene che le avevano impedito di fuggire da casa per due decenni.

 

 

Subito dopo è stata arrestata la mamma e un’altra persona. «È stato dimostrato che erano coinvolti nella detenzione della giovane donna per tutti questi anni - spiega il comandante Braga - Sua madre era sotto l’effetto dell’alcol quando la polizia ha fatto irruzione con il mandato di arresto».

 

 

Le indagini preliminari hanno ricostruito che Rosi (come la chiamavano gli amici) «ha perso i suoi due figli 20 anni fa e da allora ha sviluppato un disturbo della personalità, probabilmente per il forte dolore». E come se non bastasse la madre durante l’interrogatorio ha provato a giustificarsi raccontando che la figlia era diventata violenta verso se stessa e gli altri. «Ma non c’è nessuna giustificazione al mondo per ridurre in schiavitù una donna, una figlia». Non solo incatenata per venti lunghi anni, ma tenuta in condizioni disumane con pochissimo cibo e acqua. Le indagini sono ancora in corso, «la storia è ancora tutta da ricostruire, bisogna capire se sono coinvolte anche altre persone».

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Il Gazzettino