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Emendamenti concordati e intesa raggiunta. Il governo australiano ha ritoccato la legge che impone ai colossi del web di pagare le news agli editori e adesso l'iter per l'approvazione non dovrebbe trovare più intoppi e concludersi in settimana. Facebook intanto tornerà a pubblicare le notizie che aveva oscurato rendendo inattive, per gli utenti australiani, anche le pagine ufficiali delle testate nazionali. Insomma, si può dire on certezza che per la prima volta i giganti del web sono stati messi alle strette. E l'Australia ora potrebbe fare da apripista agli altri paesi. Steven Guilbeault, ministro del Patrimonio culturale canadese, ha annunciato l'intenzione di andare avanti per introdurre un'equa legislazione tra i media e i giganti del web. Il ministro ha detto di essere al lavoro anche con i suoi omologhi in Francia, Germania e Finlandia per imporre nuove regole. L'Ue invece è ancora indietro, nonostante le pressioni degli editori che hanno stretto un'intesa con Microsoft, mentre negli Usa la commissione Giustizia della Camera presenterà un progetto di legge stile Australia.
Australia contro Fb/ L’esempio sull’editoria che la Ue deve seguire
La modifica
La scelta australiana è dettata dalla necessità di fermare l'utilizzo gratuito di contenuti prodotti dai media e sostenere il settore.
L'Ue
Dopo che l'Australia ha aperto la strada, le associazioni degli editori europei (Emma, Enpa, Epc, Nme) e Microsoft hanno concordato di lavorare insieme a una soluzione per garantire all'industria editoriale una remunerazione equa per i contenuti delle notizie che i giganti del web utilizzano sulle loro piattaforme, accrescendo traffico e introiti pubblicitari. Il meccanismo di arbitrato europeo dovrebbe considerare il modello australiano, che consente a un collegio arbitrale di stabilire un prezzo equo, in base ai benefici derivanti da ciascuna parte e ai costi di produzione del contenuto. Dal canto suo, il parlamento valuta l'ipotesi con cautela. Prima di introdurre nuove misure, gli eurodeputati sostengono che i governi nazionali debbano applicare la nuova direttiva sul diritto d'autore, che entrerà in vigore a giugno.
Il Gazzettino