La base del Labour britannico è ancora in maggioranza con Jeremy Corbyn, il compagno 70enne che ha riportato a sinistra un movimento non più blairiano. Ma sulla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Senza se, senza ma, senza forse. Il dibattito sulla questione Ue è stato acceso (secondo alcuni media con toni da «guerra civile»), fra rotture interne, minacce di abbandono e annunci di addio veri e propri. Tanto da oscurare tutte le altre proposte approvate a larga maggioranza in materia economica e sociale: per quanto radicali siano state, dalla promessa di nuove nazionalizzazioni strategiche a quella dell'avvio di un percorso di abolizione delle scuole private d'elite a vantaggio dell'istruzione pubblica di base. Mentre solo in parte sono serviti gli appelli dei pontieri di turno all'unità contro la paura di un traumatico no deal o più in generale «la minaccia alla democrazia» rappresentata un pò agli occhi di tutti da Johnson: accusa che domani potrebbe trovare alimento nell'attesissima sentenza della Corte Suprema destinata a decidere sulla legittimità o meno della contestata sospensione del Parlamento fino al 14 ottobre voluta dal premier. Alla fine, in ogni modo, si è votato. E a prevalere, pur fra contrasti e proteste, sono state le due risoluzioni cruciali imposte dalla leadership: documenti che impegnano il partito a convocare un referendum bis sulla Brexit entro 6 mesi, in caso di vittoria alle prossime elezioni, ma rinviano la decisione se impegnarsi a far campagna pro Remain o lasciare libertà di voto sull'alternativa d'un futuro accordo di divorzio soft negoziato con Bruxelles da un (assai ipotetico) esecutivo laburista.
La tesi opposta, presentata dal fronte che voleva fin d'ora la scelta del 'partito del Remain', non è invece passata ma ha avuto consensi diffusi - al grido di 'back remain now' - anche fra alcuni storici alleati del compagno Jeremy ed esponenti di primo piano del suo governo ombra.
Il Gazzettino