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Le ultime disposizioni, già dal 7 febbraio, hanno fatto scattare il venir meno dell’obbligo di indossarla all’aperto, e la pelle ha ricominciato a respirare.
Dopo due anni di pandemia in cui la mascherina è stata onnipresente, anche la nostra epidermide ha sofferto con noi della mancanza di ossigeno, soprattutto nella zona del mento, delle guance e del naso. Ha subito anch’essa un vero e proprio lockdown. In molti casi il contatto con le chirurgiche e con le protezioni in TNT ha provocato il cosiddetto maskne, una tipologia di acne che, oltre ad avere una componente batterica, aumenta proporzionalmente anche con il verificarsi di stress e ansia, emozioni che negli ultimi anni non ci hanno mai abbandonato. «L’uso prolungato della mascherina favorisce lo sviluppo di un ambiente caldo umido sulla cute che, in alcuni casi, può incentivare la proliferazione di funghi e batteri», spiega la dottoressa Mariagrazia Boniardi, biologa e fondatrice SKINIUS, azienda di cosmetici funzionali 100% made in Italy ed integratori alimentari. «L’umidità porta a una dilatazione dei pori, fluidifica il sebo e altera il film idrolipidico, lasciando terreno fertile ai microrganismi che possono più facilmente penetrare tra gli strati più profondi della cute stimolando l’attività delle ghiandole sebacee. Il tutto, può tradursi nella comparsa di imperfezioni, brufoletti e punti neri. A tutto questo si aggiungono anche ansia e stress, fattori che possono stimolare eccessivamente l’attività degli ormoni androgeni, condizionando l’eccessiva produzione di sebo, tra le principali cause dell’acne».
I CONSIGLI
Ecco quindi che è necessaria una beauty routine specifica, con prodotti ad hoc, d’urto, capaci di valorizzare e donare nuova linfa alle parti del nostro viso rimaste celate per tutto questo tempo. «Se si ha la maskne è bene lavare il viso con un detergente antibatterico a base di Alusil e Pantenolo e proseguire con una crema addizionata da Gluconato di Zinco ed Echinacea – aggiunge Boniardi – Chi non ha brufoletti da mascherina può prendersi cura della propria pelle utilizzando un latte detergente che contribuisca ad eliminare delicatamente le cellule morte e le impurità responsabili del colorito spento, aiutando a mantenere intatto il film idrolipidico per un incarnato più luminoso e compatto. Meglio ancora se questo passaggio può essere fatto con un panno in cotone con cui eseguire una leggera microesfoliazione». Un passaggio, quello della detersione profonda, importantissimo anche per Monica Capriotti, della Russo Skin Estetica di Roma. «Due volte a settimana è bene applicare sulla pelle un esfoliante delicato con estratti vegetali e un contenuto di acido mandelico a bassa percentuale, lasciandolo in posa tre minuti, dopo averlo sciacquato molto bene con acqua fresca».
RIGENERARE
Molto in voga i sieri alla bava di lumaca che, suggerisce la specialista in estetica Capriotti, «unita ad estratti vegetali ha un potere rigenerante». Poi ci sono i trattamenti d’urto che schiariscono le macchie cutanee, gli inestetismi e rimpolpano la pelle dall’interno, come quello proposto da Rhea Cosmetics, il DermoChange (92 euro), un rituale di bellezza homecare in 3 step con 3 prodotti diversi: l’ExfoPad, il dischetto poliesfoliante per un’esfoliazione delicata chimica e meccanica, il FacePeel, un gel leggero per potenziare il rinnovamento cellulare già in atto grazie agli AHA, PHA e Bisabololo che assicura un’azione lenitiva e il siero biotecnologico NewSkin che aiuta preservare la giovinezza della pelle, ripristinando idratazione e ossigenazione dei tessuti. Non solo epidermide però. Ricordiamoci che tornano protagoniste anche le labbra, oscurate da mascherine di ogni tipo. Torna quindi il momento di prendersene cura con il Baume Lèvres Kis di Cosmydor (24 euro), un concentrato di jojoba, candelilla, cupuaçu, arancia dolce, lime, rosmarino, chiodi di garofano per rigenerarle e renderle di nuovo al bacio.
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