Da Armani a Ferré, il bianco visto dai grandi stilisti

Vivienne Westwood
Se una camicia ben stirata, un blue jeans classico e un pantalone nero a palazzo possono salvare un guardaroba, a dare un tocco fresco in ogni momento ci pensa il colore puro...

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Se una camicia ben stirata, un blue jeans classico e un pantalone nero a palazzo possono salvare un guardaroba, a dare un tocco fresco in ogni momento ci pensa il colore puro per eccellenza: il bianco.  A molti può sembrare un tono difficile da portare, impegnativo, infantile, troppo chiaro. Ma il bianco ha fatto il bello e cattivo tempo di grandi stilisti, e la parte del leone in molte sfilate. E adesso, i Musei di Palazzo dei Pio di Carpi gli dedicano una retrospettiva intitolata White. Il bianco nella moda 1960 - 2010: da Pierre Cardin a Prada, che resterà aperta fino al 12 giugno 2016.

La retrospettiva, come è facile immaginare, racconta attraverso trenta capi iconici come i più importanti stilisti italiani e internazionali hanno affrontato il colore bianco, in un periodo che va dagli anni del Boom Economico, caratterizzato da una forte contestazione delle regole e tradizioni, al Nuovo Millennio, che ha visto l’introduzione di materiali inediti e tessuti sperimentali. Nel corso della visita si possono ammirare i modelli no logo in uso nella Swinging London, i corsetti punk di Vivienne Westwood, le sperimentazioni della giapponese Rei Kawakubo che, ideando sul finire degli Anni Settanta il marchio Comme des Garçons, getta un inedito ponte tra la sensibilità orientale e lo stile occidentale. Tra i big italiani non mancano Armani, Prada, Versace, Ferré, quest’ultimo vero amante della camicia bianca, che trasformò da capo apparentemente semplice e umile in autentico feticcio, tela candida sulla quale trasferire le proprie straordinarie intuizioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino