Paris Fashion Week, la sfilata femminista di Dior al grido di "Consenso" dopo la condanna di Weinstein

Paris Fashion Week, la sfilata femminista di Dior al grido di "Consenso" dopo la condanna di Weinstein
"Consenso", "Patriarcato = Repressione", "Siamo tutte donne clitoridee". Le maxi-scritte del collettivo artistico Claire Fontaine (con base nel...

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"Consenso", "Patriarcato = Repressione", "Siamo tutte donne clitoridee". Le maxi-scritte del collettivo artistico Claire Fontaine (con base nel Palermitano, ndr) campeggiano a caratteri cubitali sulla passerella di Dior dove i tradizionali capi check si alternano a trasparenze, frange e bandane. È il giorno dopo la condanna di Harvey Weinstein e Maria Grazia Chiuri continua a cavalcare l'onda del femminismo: in principio furono t-shirt e pullover, poi l'ultima sfilata tra gli stendardi ricamati di Judy Chicago. Adesso le modelle sfilano tra concetti colorati che sembrano urlare ciò che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire, su un tappeto di prime pagine dei giornali e davanti agli occhi di un front row composto da Demi Moore, Cara Delevingne e altri nomi dello stesso calibro.



La chicca della collezione che, prevediamo, sarà uno degli accessori must dell'autunno inverno 2021 sono le bandane stampate: con la classica fantasia della Maison ma anche astratte e tie dye. E infatti, secondo Stylight, tutte le fashion victim hanno già abbandonato i cerchietti, mentre le ricerche di foulard sono aumentate del 21%. 

Maria Grazia Chiuri le abbina a gilet check sfrangiati, abiti plissé, camicie da indossare rigorosamente con la cravatta nera come estrose e decise business women. 


Il mix and match regna sovrano così come i tailleur dal taglio maschile e le giacche avvitate da abbinare a fantasiose gonne a spacchi e frange preziose, pantaloni svasati in stile Seventies e anche qualche (inedito, per Dior) tessuto tech. «La collezione è un diario visivo - spiega la designer - ho voluto mettere nello show riferimenti che fanno parte della memoria. E anche della mia memoria. Tutto è partito quando ho ritrovato e guardato delle foto che non vedevo da molto tempo: le ho viste con un occhio differente e nella mia testa si sono formate visioni nuove». Quella di una donna forte che va per la sua strada: una costante per il Dior femminista della stilista italiana.  


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Il Gazzettino